Siamo in Friuli. Ce lo dicono i doppi nomi (italiano/friulano) delle piccole stazioni attraversate dalla litorina che sbuffa lenta tra Udine e Cividale. Vediamo scendere passeggeri a San Gottardo/San Gotart, Remanzacco/Remanzâc, Moimacco/Muimans e Bottenicco/Buitinins.
Fuori dai finestrini alture lievi folte di alberi. A volte ci sembra che i passeggeri scendano in un nulla rigoglioso di verde.
Cividale merita addirittura tre nomi: Cividale del Friuli/Cividât/Ĉedad.
Qui tutti, italiani di altre regioni, friulani, sloveni si trovano a loro agio quando arrivano a destinazione. E’ proprio una bella accoglienza. A noi piace. Se poi entrando nella stazione si legge questo cartello, il buonumore è assicurato!
(Traduzione dall’anglo-friulano: mantieni la calma e prendi il treno !)
Subito ci accolgono le suggestioni dell’epopea degli alpini nella guerra del 1915-18. Appena fuori dalla stazione la statua di un alpino che, diligente, monta la guardia a un masso con una scritta che ci impegna molto prima di rinunciare a capire (O la / O rompi) Mah!
L’edificio della vecchia stazione ferroviaria ospita una mostra sulla Grande Guerra. Quest’anno è il centenario ed è impossibile dimenticarlo. Per tutto il nostro percorso fino a Trieste (qui c’è il nostro itinerario) ci verrà continuamente ricordato, come fosse un avvenimento recente. Un ricordo vivissimo, quello della Prima Guerra Mondiale, in queste terre che furono martoriate dai combattimenti. (ne abbiamo parlato nel post A Castelnuovo del Carso con i versi di Ungaretti)
Abbiamo scelto di iniziare il nostro itinerario in Friuli da Cividale per la bellezza e l’importanza dei suoi monumenti longobardi, ma abbiamo scoperto molto di più. Cividale è una bellissima cittadina dai bei palazzi antichi, ricca di monumenti e di storia, con secolari incroci culturali con le popolazioni slovene. Il suo fiume, il Natisone, l’attraversa con acque limpide che specchiano palazzi incastonati nel verde.
Dobbiamo attraversare tutta Cividale per arrivare al nostro B&B e depositare i nostri zaini e subito ci viene incontro la storia. E’ un tragitto così piacevole che ci fermiamo di continuo a guardare dentro un giardino, a dirci quanto è bello Palazzo Creiger, fondato su stratificazioni romane e che sembra un castello di mattoni rossi,
ad ammirare gli affreschi della facciata di Palazzo Levrini Stringher, proprio sulla via principale.
Poco prima vediamo la piazza dove, si dice, ci fosse la casa del longobardo Paolo Diacono, che nacque a Cividale nel 720 e che raccontò la storia del suo popolo. E a Paolo Diacono è intitolata la piazza, ma sotto una bella finestra un cartello in friulano avverte che quella, invece, è la “Place des Feminis” (la piazza delle donne).
Le “feminis” erano le venditrici friulane che al sabato venivano a vendere i prodotti dell’orto e piccoli manufatti e le slovene delle valli del Natisone che portavano soprattutto mele e castagne da scambiare con granoturco.
Dobbiamo arrivare a Borgo Brossana, e la strada ci porta attraverso il quartiere medioevale
fino al ponte sul Natisone, da dove ci voltiamo a guardare le case e i campanili di Cividale, che ci appaiono con i loro riflessi nelle acque tanto limpide da far intravedere i sassi sul fondo.
Gli zaini cominciano a pesare, dopo tante ore di viaggio e Borgo Bressana è più lontano dal centro di quanto ci era sembrato sulla mappa. Ma… c’è sempre un “ma” positivo. Scopriamo questo borgo, incantevole tra il terso del cielo e il Natisone, che si abbellisce di una profusione di verde, appena mosso da un lieve vento tiepido.
Ritornati in centro, ritroviamo questo bel fiume al Ponte del Diavolo, che di diabolico non ha proprio nulla, se non la furbizia dei cividalesi.
Stanchi degli interminabili lavori, chiesero aiuto al diavolo, promettendogli in cambio l’anima della prima creatura che fosse passata sul ponte. Finiti i lavori, fecero passare per primo un… maiale! E’ proprio il caso di dire che “ne sapevano una più del diavolo!”.
Lì vicino, lungo il fiume arriviamo alla zona dei Mulini. Un angolo delizioso di pace, illuminato dalla luce rasente del tramonto. Ci fermiamo a lungo a godere di questo momento.
Quando è ormai buio terminiamo il nostro primo giorno di vacanza in Friuli al Monastero, un bel ristorante dove finiamo la nostra cena alla maniera friulana: gubana e strucchi accompagnati da Slivovitz.
(per i non friulani la gubana è un tipico dolce di forma arrotolata, ripieno di frutta secca e un pochino dell’immancabile grappa, mentre gli strucchi sono fagottini di pasta frolla con lo stesso ripieno della gubana, che vanno gustati intinti nello Slivovitz, che è la grappa di prugne. Leggi il post sulla storia, le leggende e la ricetta della gubana).
Da Udine a Cividale fa servizio la litorina delle Ferrovie Udine Cividale detta anche il Treno delle lingue www.ferrovieudinecividale.it
Interessante per conoscere la cultura, la storia e le tradizioni degli sloveni delle Valli del Natisone il sito http://www.lintver.it
A Cividale abbiamo visto molte trattorie dall’aspetto invitante. Noi ci siamo fermati, e trovati molto bene, al Ristorante Al Monastero, in via Ristori, 9 – Cividale
Chiuso Domenica sera e Lunedì. Molto consigliato prenotare. tel. 39 0432 700808 info@almonastero.com
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