Lungo il nostro vagabondaggio sull’itinerario friulano ispirato al tratto italiano dell’Alpe Adria Trail, siamo arrivati a Gradisca d’Isonzo. Un nome un po’ particolare, che fa sorridere chi conosce il cinema di Fellini ma, scherzi a parte, Gradisca è una piacevolissima cittadina, ricca di storia e di bei palazzi.
Arrivando in auto (ebbene sì, stremati dal caldo abbiamo accettato un passaggio, contravvenendo alla nostra regola di viaggiare solo a piedi/bici o con i mezzi pubblici), subito ci è apparsa la colonna con il Leone di San Marco e un imponente edificio a portici: il Teatro Municipale.
Pensavamo che la colonna fosse un’eredità della dominazione della Repubblica di Venezia, invece no. E’ stata inaugurata solo nel 1924 come monumento alla Redenzione di Gradisca (nel 1921 Gradisca, a seguito degli accordi di pace dopo la Grande Guerra, fu annessa al Regno d’Italia). Non a caso la piazza su cui si innalza la colonna è Piazza dell’Unità d’Italia.
Dall’altro lato della piazza si stende un grande parco nato dall’abbattimento di parte delle mura e delle fortificazioni veneziane.
Gradisca nasce, in età moderna, come bastione difensivo della Serenissima contro le scorrerie dei turchi che premevano contro il suo confine orientale. A fine ‘400 (i lavori finirono esattamente nel 1499) Gradisca era solo una fortezza circondata da poderose mura con torrioni protette da un profondo fossato.
Questa sua origine militare è testimoniata dalla eccezionale larghezza di via Ciotti che costeggia il teatro municipale, incomprensibile per una città di dimensioni modeste e capibile solo con il suo ruolo di spazio adibito alle manovre militari.
Il periodo più florido per Gradisca inizia però nel 1647 quando, dopo alterne vicende politico-militari tra la Repubblica di Venezia e l’Impero asburgico, diventa capoluogo del feudo del principe Giovanni Antonio di Eggenberg. Il suo centro storico si abbellì di palazzi nobiliari in stile barocco veneziano
e di edifici pubblici come la Loggia dei Mercanti e il Monte di Pietà,
la cui facciata è abbellita da un gruppo scultoreo del Cristo deposto dalla croce e adagiato in grembo alla Madonna.
Su altre facciate vediamo altre testimonianze della storia di Gradisca: varie lapidi commemorative tra cui l’elenco dei provveditori veneti (in pratica i “governatori” della Repubblica di Venezia).
Parte delle mura veneziane rimangono a segnare il limite del centro storico e offrono una passeggiata suggestiva,
specie dalla parte della superstite Porta Nuova, già Porta d’Allemagna, una delle due porte di ingresso alla città.
Dove dormire a Gradisca
Noi a Gradisca abbiamo alloggiato in casa della simpatica Susi, che ci ha accompagnato nella nostra visita al Parco Ungaretti, e ci siamo trovati… molto bene!
B&B La Fortezza
di Assunta Pugliese
Viale Trieste, 27 – Palazzo Postir, al 3° piano
Gradisca d’Isonzo Cell. 338 6227497
assita46@libero.it
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