Ha quasi 600 anni ed è bellissimo. Ė l’Orto Botanico di Padova, che dalla metà del ‘500 non ha mai cambiato “casa”.
Ė rimasto sempre lì, dove è nato come “Giardino dei Semplici”, cioè delle piante medicali, la maggior parte dei medicamenti dell’epoca.
Oggi si presenta moderno, con bellissime aiuole e sezioni che sono una gioia per la vista.
Noi l’abbiamo visitato durante un breve soggiorno a Padova, come completamento della visita all’interessantissima parte antica della sua celebre università, di cui è parte.
La storia dell’Orto Botanico
La guida ci spiega che fu fondato per facilitare lo studio e il riconoscimento delle piante medicinali, evitando errori che potevano essere fatali per i malati.
Seimila piante rappresentano 3500 specie vegetali, tra cui quelle che furono conosciute in Italia proprio perché introdotte dall’Orto Botanico: il Ginkgo biloba, la magnolia, la patata, il gelsomino, l’acacia e il girasole.
In breve tempo la rarità delle sue piante e quindi il costo elevato delle medicine che se ne ricavavano, provocò molti furti, obbligando a chiudere l’Orto con un muro circolare, da cui il nome di “Hortus cintus” (giardino recintato).
La struttura dell’Orto Botanico di Padova è rimasta inalterata dal ‘500. Una vasca circolare per le piante acquatiche è al centro di due viali perpendicolari che formano quattro spazi quadrati, a loro volta suddivisi in aiuole. Il tutto forma un grande quadrato inserito in un cerchio, quello del muro di recinzione.
All’epoca non sfuggiva il significato simbolico del quadrato inserito in un cerchio: il luogo ideale, paradisiaco di un “Hortus Conclusus” (giardino chiuso), dove l’uomo poteva cercare e trovare il rapporto con l’universo.
Gli alberi storici dell’Orto Botanico di Padova
Tra gli alberi storici, presenti da secoli nell’Orto, il più antico e famoso è la “Palma di Goethe”.
Messa a dimora nel 1585, due secoli dopo affascinò il poeta tedesco che, dopo averla vista, formulò la sua intuizione evolutiva nel “Saggio sulla metamorfosi delle piante” del 1790. Oggi, ancora più maestosa, raggiunge i 12 metri di altezza.
Indimenticabili la prima acacia introdotta in Italia nel 1662, il platano orientale impiantato nel 1680 e un magnolia, forse la prima mai vista in Italia, ricoverata nell’Orto nel 1786 in compagnia del maestoso ginkgo importato a Padova nel 1750 e del primo Cedro dell’Himalaya tradotto in Italia e messo a dimora nel 1828.
Il Giardino della Biodiversità
A partire dal 2000 l’Orto Botanico di Padova si è ingrandito e dal 2014 ospita in un modernissimo edificio: il Giardino della Biodiversità, con 1300 specie appartenente ad ogni clima del pianeta.
Una struttura di vetro lunga 100 metri, con cascate d’acqua sulla facciata principale per movimentare ed ossigenare l’acqua per le vasche, è ottimizzata per sfruttare l’energia del sole. Le sue vetrate si aprono e chiudono automaticamente per regolare il calore e l’umidità.
Al suo interno i quattro ambienti riproducono il clima della foresta tropicale pluviale e tropicale subumida,
del clima temperato mediterraneo, il meno esteso con meno del 2% della superficie terrestre ma con il 20% del patrimonio dell’intera biodiversità, e di quello arido.
La visita all’Orto Botanico di Padova è un breve, stupefacente viaggio tra le meraviglie vegetali della Terra, imparando l’importanza di questi meravigliosi esseri viventi per la nostra esistenza.
A partire dal 1880, quando Darwin in The power of movements of plants scrisse che: “la punta della radice agisce come il cervello di un animale inferiore”, è accresciuta la consapevolezza di come “l’intelligenza vegetale e l’intelligenza umana abbiano svolto un comune percorso di coevoluzione da Lucy sino ai nostri giorni”.
Come arrivare all’Orto Botanico di Padova
Padova è comodamente raggiungibile sulla linea ferroviaria Torino-Venezia www.trenitalia.com
Orto Botanico di Padova
info@ortobotanicopd.it
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