Sappada Vecchia, con le sue caratteristiche borgate che si susseguono senza interruzione, circondate da montagne, è specialmente in inverno una località indimenticabile.
“Il villaggio sembra finito quando, superato o girato un poggio o varcato un valloncello, spunta un’altra borgata colle sue case simili nell’insieme alle precedenti, ma sempre diverse nei particolari, colle sue rastrelliere, co’ suoi capitelli, colle sue cappellette, colle sue fontane d’acqua cristallina e freschissima”.
Così un testo di inizio ‘900 descriveva l’impressione di chi all’epoca si fosse aggirato fra le case di Sappada Vecchia, percorrendo la strada che unisce le sue borgate, adagiate sul versante soleggiato della valle.
Anch’io, che ero stata a Sappada in una delle tre domeniche del suo famoso carnevale, avevo ammirato la bellezza delle case e del semplice impianto urbanistico che si ripete con pochissime varianti in ognuna delle borgate del nucleo antico.
Quasi nascosta, alle spalle della nuova strada, Sappada Vecchia mantiene infatti intatte le belle case in legno costruite con il tradizionale sistema Blockbau: travi sovrapposte in orizzontale che si incastrano agli spigoli e che poggiano su una base di pietra. Ballatoi esterni servono come essiccatoi per i cereali.
Sappada è un’isola linguistica germanofona e l’antica provenienza dei suoi abitanti si riflette anche nel gusto delle decorazioni che incorniciano le finestre, nelle scritte e nei disegni sui muri.
Le origini storiche di Sappada non sono documentate, ma è molto probabile che intorno all’anno Mille un gruppo di coloni provenienti dal Tirolo e dalla Carinzia si sia insediato nella valle, all’epoca disabitata e ricca di giacimenti minerari, come testimonia il nome del Monte Ferro, sovrastante il paese.
Ogni gruppo familiare avrebbe dato origine ad ognuna delle nove borgate di Sappada Vecchia (Pill, Mühlbach, Cottern, Hoffe, Fontana, Kratten, Soravia, Ecche e Puiche).
Altri arrivi successivi avrebbero portato il numero delle borgate di Sappada a quattordici, cui si aggiunge Cima Sappada, un poco più discosta dalle altre, che si stendono per cinque chilometri a nord del Piave, le cui sorgenti nascono nell’alta Val Sesis, alle pendici del Monte Peralba, che sovrasta il paese.
Se le origini di Sappada non si conoscono con certezza, è invece evidente lo stretto legame che unisce il nome del paese, Plodn nella parlata locale, a quello del Piave, Ploden in tedesco.
Anche se contigue le une alle altre, apparentemente senza alcuna interruzione, le borgate di Sappada Vecchia conservano la loro struttura urbanistica e alcune pregevoli testimonianze architettoniche.
In ogni borgata una fontana e una piccola cappella la identificano e differenziano da quelle contigue. Nel nucleo abitativo o nei prati intorno, un crocifisso completa la dotazione di quasi tutte le borgate.
Molto simili tra loro, le case più antiche presentano però alcune differenze di costruzione, aggiungendo alla struttura lignea un’ampiezza differente in muratura o risultando dall’accorpamento di più parti eterogenee, come stalle o fienili.
E, per finire … in bellezza, sui muri delle case cartigli e disegni e allegre decorazioni.
Come arrivare a Sappada
La stazione ferroviaria più vicina è quella di Calalzo
www.trenitalia.com
Da qui si può proseguire in corriera con www.dolomitibus.it
Per raggiungere Sappada dal Friuli www.saf.ud.it
Da Treviso, Venezia, Mestre, Rovigo, Ferrara e Bologna
www.cortinaexpress.it/index.php/linee-autobus-daper-sappada
Non vorresti seguirci su Facebook e su Instagram ? Troverai altre foto dei nostri “viaggi lenti per gustare l’Italia”.