Devo ammetterlo. Conoscevo poco (pur amando alcuni dei suoi esponenti ) il Divisionismo, la corrente pittorica di fine ‘800 considerata come la prima avanguardia in Italia.
La mostra, promossa dal Comune di Novara, dalla Fondazione Castello Visconteo Sforzesco di Novara e METS Percorsi d’arte si potrà visitare fino al 5 aprile. Un’occasione importante per conoscere meglio e capire quella corrente artistica, contestualizzata nel suo periodo storico.
“La rivoluzione della luce”, quel sottotitolo che mi ha subito affascinato, è la definizione migliore (e la più bella) per caratterizzare la ricerca degli artisti di questa avanguardia che, come in Segantini All’ovile, studiano gli effetti della luce, in questo caso quella di una lanterna in un ambiente chiuso.
Molti grandi artisti hanno cercato di riprodurre le diverse tonalità di luce. In molti si sono confrontati con le possibilità che il contrasto tra luce e oscurità offriva nel rendere più drammatiche le scene riprodotte nei loro dipinti.
I pittori che tra fine ‘800 ed inizio ‘900 hanno dato vita al Puntinismo francese e successivamente al Divisionismo italiano conducono però la loro ricerca sugli effetti della luce da presupposti completamente diversi e facendoli diventare il fulcro stesso dell’opera.
Ne è convinto Segantini, che ci accoglie all’inizio del percorso di visita con il commento che “Se l’arte moderna avrà un carattere, sarà quello della ricerca del colore della luce”.
Partendo dagli studi ottici sulla propagazione della luce, i puntinisti dipingono a piccoli punti di colore puro, non impastato sulla tavolozza, affinché la sintesi cromatica avvenga nella retina dello spettatore, anziché sulla tela, la cui luminosità viene accentuata accostando i colori complementari : rosso/verde, giallo/viola, blu/arancio, come ne Il Ponte di Pelizza da Volpedo.
In Italia, sulle stesse premesse nasce a Milano (per poi allargarsi alla Lombardia e al Piemonte) il Divisionismo, così chiamato dalla tecnica della ”pennellata divisa”, ricomposta nell’occhio di chi guarda il dipinto, percepito più luminoso grazie all’utilizzo dei colori complementari.
Il particolare periodo storico in cui si sviluppa fa coincidere il Divisionismo con una rinnovata poetica della natura e con l’attenzione alle tematiche sociali, come “L’oratore dello sciopero” di Longoni e “Fuori Porta” di Sottocornola, che unisce con lo sguardo due giovani donne di diversa estrazione sociale in una giornata piovosa.
Intensa l’opera “Riflessioni di un affamato” di Emilio Longoni. Esposta alla Triennale di Milano nel 1894, segna il punto più alto del suo impegno sociale in pittura ed è stata adottata dalla propaganda socialista come simbolo dell’ingiustizia di classe, causando al pittore una incriminazione per “istigazione all’odio di classe”.
A questa sensibilità sociale fa eccezione Gaetano Previati, che “elabora una visione simbolista che scaturisce dal mito…“
Le otto sezioni tematiche percorrono l’arco di tempo che va da opere pre-divisioniste, alla presentazione ufficiale del movimento alla I Triennale di Brera del 1891 fino al suo affermarsi nei primi anni del ‘900.
Intere sezioni sono dedicate ad artisti le cui opere sono già presenti in altre parti della mostra: Pellizza da Volpedo con cinque opere fondamentali per il suo percorso artistico; Previati con quattro intensi dipinti, tra cui il grande trittico Migrazione in Val Padana esposto per la prima volta dopo cinquant’anni e il drammatico Le tre Marie ai piedi della Croce mai più visto dal 1920.
Meritano una sezione a loro dedicata i disegni di Segantini in molte tecniche diverse, dai carboncino ai pastelli, dall’inchiostro all’acquarello, dalla tempera ai gessi.
Magnifica la sezione “Il colore della neve”, con dipinti ricchi di bianchi stupendi, che riproducono l’intensità e la luminosità dei manti di neve.
Un tema ricorrente nella produzione divisionista, con il bianco somma di tutti i colori e tema centrale della ricerca del movimento.
Opere di grande bellezza ed altissimo livello come lo stupendo Savognino d’inverno di Segantini, uno dei suoi rari paesaggi puri (immagine di copertina) e Neve di Morbelli (qui sopra) con la ricerca delle variazioni cromatiche della luce sulla neve.
Lascio per ultimo, come magnifica chiusura di un percorso ricco di suggestioni, il quadro che più mi ha emozionato, l’incantevole Paesaggio invernale di Olivero, soffuso di luce, di silenzio e di solitudine.
Info sulla mostra
Si potrà visitare la mostra Divisionismo, la rivoluzione della luce fino al 5 aprile 2020 presso il Castello Visconteo Sforzesco di Novara.
Prenotazioni e orari www.metsarte.com e info@turismonovara.it
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