Ho ancora negli occhi le sfumature dei colori e l’esaltazione della luce nella bella mostra di Novara Divisionismo, la rivoluzione della luce quando ad Aosta trovo un suo “prolungamento”: Carlo Fornara e il divisionismo.
Non me la lascio certo sfuggire.
Carlo Fornara è un pittore che non conoscevo, ma che mi conquista subito con i colori dei suoi paesaggi e la serenità delle immagini di montagna che mi ricordano gli stupendi paesaggi di Segantini.
Una serie di autoritratti (Fornara iniziò la sua carriera come ritrattista) aprono la mostra, come fossero una sua presentazione: dal bel profilo tracciato ad inchiostro di un giovane sullo sfondo di case di montagna via via fino al viso serio di un novantenne che guarda il visitatore con uno sguardo intenso e vigoroso.
Ed ecco i paesaggi della sua Val Vigezzo e le stagioni che si susseguono nel mutare dei colori della natura e la fatica del lavoro nei campi.
Il primo quadro che segna l’adesione di Carlo Fornara al divisionismo ritrae una scena tenerissima: un bimbo guarda la madre (la sorella Marietta, probabilmente) che lavora all’uncinetto, seduti vicinissimi su un muretto, all’aria aperta. Chissà che colori avrà avuto! Lo possiamo vedere solo in una foto in bianco e nero. Purtroppo scomparso dal 1930.
Passo attraverso le sale, immergendomi in quei paesaggi ossolani che a volte riconosco, con un po’ di stupita nostalgia nel ricordo di vacanze passate tra quelle montagne: piccolissimi paesi intravisti tra le fronde di un albero, giornate radiose d’inverno che illuminano viottoli di campagna, tracce di neve che rimangono al finire dell’inverno.
Quadri che ho guardato a lungo, lentamente, soffermandomi e ritornando di sala in sala a rivedere quelli che mi suscitavano più emozione, riconoscendomi nell’amore per quei paesaggi.
Un piacevolissimo imprevisto della mia visita ad Aosta.
Non vorresti seguirci su Facebook e su Instagram ? Troverai altre foto dei nostri “viaggi lenti per gustare l’Italia”.