Eravamo a Trapani, di passaggio verso la stupenda Riserva degli Zingari e naturalmente non abbiamo esitato a ritornare ad Erice.
Ne avevamo un ricordo molto bello ma, dopo tanto tempo, ormai un po’ confuso. Soprattutto io ricordavo di avere visto una chiesa che mi era rimasta impressa per la sua architettura di una bellezza severa. Non ricordavo più il nome, ma non era certo un problema.
Anche se avessimo dovuto girare per Erice per ritrovarla, non sarebbe stata una perdita di tempo, anzi. Come tutti i posti che hanno da offrire bellezza e cultura, Erice va visitata dedicandole tutto il tempo che merita.
Erice è in una bellissima posizione, su uno sperone roccioso a 750 metri sul mare e dal suo Castello di Venere, proteso proprio sulla punta della montagna, la vista spazia senza ostacoli sulla pianura fino al mare. Ė un belvedere straordinario.
Siamo saliti da Trapani con la funivia in soli dieci minuti, godendoci il panorama della città che si allunga nel mare.
Appena arrivati ci siamo trovati immersi in un’atmosfera particolare: strette stradine acciottolate, case antiche e tante, tante botteghe d’artigianato e pasticcerie ricolme degli squisiti, tipici dolci siciliani!
Ritrovo la Chiesa Madre di Erice
Ed eccola, la chiesa che ricordavo! Ė la Chiesa Madre di Erice, tanto severa all’esterno quanto luminosa e preziosa nelle decorazioni del suo interno.
Dedicata alla Vergine Assunta, fu edificata, secondo il parere di alcuni storici, a partire dal 1314 durante il regno di Federico III d’Aragona.
Come accade tante volte, la storia si unisce alla leggenda e c’è chi sostiene che il sovrano la fece costruire come ringraziamento per l’ospitalità ricevuta ad Erice, dove si era rifugiato durante un tumultuoso periodo di lotte tra opposte fazioni di baroni siciliani, divisi tra Angioini ed Aragonesi che si contendevano il dominio sulla Sicilia.
Bello il racconto della gratitudine di Federico III, però forse ci fu anche un altro motivo per edificare questa bella chiesa su una cappella preesistente, anch’essa dedicata alla Vergine Assunta, e adiacente ad una preesistente torre di avvistamento, trasformata in campanile.
Magari la chiesa, oltre a rendere grazie alla Vergine Assunta, nelle intenzioni del sovrano aveva anche uno scopo difensivo, come sembrano indicare i merli a coda di rondine lungo la facciata, più adatti a una fortezza che a una chiesa.
L’insieme ha un aspetto maestoso e severo, dovuto anche al pronao con grandi archi ogivali costruito un secolo dopo, nascondendo le parti più leggere della facciata: il bel portale decorato con motivi zigzaganti, che mi hanno ricordato il movimento delle onde di un mare non troppo lontano, e il rosone lavorato a delicati intrecci.
Oltrepassiamo il portale e … si apre una visione di straordinaria leggerezza ed eleganza.
Che sorpresa l’interno!
Qui tutto è chiaro, le volte del soffitto sembrano un pizzo prezioso mentre lo sguardo prosegue incantato verso la magnifica e delicata pala dell’altare maggiore scolpita in marmo bianco.
Al centro la Vergine con il Bambino, circondata da scene della Passione che culminano con la Resurrezione.
Ė bellissimo rimanere lì ad ammirare quella candida ancona per poi alzare lo sguardo e seguire l’intreccio di trafori, le costolature ritorte, i disegni arabescati che si impreziosiscono sopra le finestre e l’altare maggiore. Tutto bianco.
Con queste immagini negli occhi usciamo a esplorare il borgo, passiamo davanti a facciate di palazzi e di chiese per arrivare allo scenografico Castello di Venere!
Un magnifico affaccio sulla pianura sottostante che chiude in bellezza una passeggiata dall’atmosfera indimenticabile.
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