L’ho visto tante volte, il Forte di Bard. Fin da bambina, quando si andava in Valle d’Aosta si passava sempre per la vecchia strada sotto il Forte ed io lo guardavo un po’ intimorita dalla sua mole e soprattutto da quei suoi corpi di fabbrica che si innalzano imponenti, sempre più alti, uno sopra l’altro, quasi in un gioco di equilibrio.
Mi immaginavo che fosse impossibile raggiungerlo, così alto sopra la gola, imprendibile e irraggiungibile.
Non sapevo che invece è facilissimo arrivarci. Ed anche molto bello, salendo a piedi lungo la strada dal borgo medievale di Bard, anche se allora il forte non era ancora stato ristrutturato ed aperto al pubblico.
Finalmente arrivo al Forte di Bard!
A gennaio, al rientro dalla Fiera di Sant’Orso ad Aosta, decido finalmente di andarci. Scendo alla piccola stazione ferroviaria di Hône-Bard e, attraversato il ponte sulla Dora con la sua magnifica vista sul forte, lascio per il ritorno la visita al borgo, dirigendomi subito alla partenza dell’ascensore panoramico. che, di tappa in tappa, mi porta fino al livello più alto, l’Opera Carlo Alberto, il principale corpo di fabbrica del Forte di Bard.
Entro subito in un mondo un po’ incantato, tra le oniriche, bellissime opere di Francesco Nex. Considerato il più importante artista figurativo della Valle d’Aosta, al Forte gli è dedicata una sala permanente, dove le sue opere vengono esposte a rotazione. Un incontro emozionante.
Le sue opere evocano mondi lontani nello spazio e nel tempo, percorse da una sottile, pacata ironia mentre mostrano difetti individuali e sociali senza tempo.
La sua forte personalità emerge dalle parole che mi fermo a leggere su un pannello:
Voglio essere libero / Non voglio appartenere a correnti. / Non mi interessano le avanguardie. ) / […] / Mi piace camminare da solo / l’ho imparato in montagna / mentre andavo coi pensieri, / e, se si era in due, si era come in uno / […] / Mi piacciono i boschi, l’aria, / gli esseri che vivono, / faticano, amano, soffrono, / subiscono
“Il lavoro del ghiaccio e l’opera dell’uomo”
Al primo piano mi affascina lo straordinario Museo delle Alpi, questa meravigliosa catena di monti che separa (o unisce?) le zone continentali da quelle mediterranee, generando una ricchissima biodiversità. La montagna e il suo mondo naturale ed umano sono raccontati in ogni loro aspetto.
Stupende scenografie di suoni, immagini e video rendono vivo il contesto di oggetti e ricordi anche grazie alle parole del naturalista, del geografo, dell’antropologo e del meteorologo che in brevi interventi video mi conducono di sala in sala, passando dalla genesi delle Alpi alla loro lunghissima e lentissima trasformazione, dall’ambiente naturale fino al loro popolamento nei secoli.
“La montagna è tre mesi di freddo e nove di gelo”
Il racconto del rapporto tra uomo e montagna è, per me, particolarmente coinvolgente. Imparo tantissimo sulla storia, specie la più recente, della civiltà alpina, di popolazioni che riuscirono a vivere in un ambiente particolarmente difficile.
“Il primo regalo […] era una piccola gerla, metafora del peso e della fatica che i montanari bambini avrebbero dovuto sopportare per il semplice fatto di essere nati in montagna, dove ogni passo è più sudato di un passo di pianura e un pezzo di pane vale il doppio di un pane di pianura. Solo il latte costa meno”.
“Il tempo lento dell’inverno alpino”
Gente che seppe sfruttare i lunghi periodi di isolamento per formare, paradossalmente, una vita intellettualmente “più vivace della pianura”.
“Sulle Hautes Alpes nei lunghi inverni si insegna a leggere, scrivere e far di conto, e ciascuno paga l’istruzione in ragione dei suoi beni. Grazie a questo amore per lo studio è facile trovare giudici di pace e maestri fra gente rustica solo all’apparenza”, scriveva nel 1838 Jean-Charles Ladoucette, prefetto del dipartimento delle Hautes Alpes.
E poi le devozioni e le feste religiose, i travestimenti e il significato ancestrale del carnevale con il ritorno della primavera, le storie e le leggende, il rapporto tra uomo ed animali selvatici. Tutta la vita della gente di montagna.
Uno dei musei più istruttivi, coinvolgenti ed emozionanti che io abbia mai visitato.
Esco dal Museo delle Alpi e ritorno al corridoio coperto che gira intorno al cortile della Piazza d’Armi per scendere a visitare le strettissime celle delle Prigioni, dove a metà Ottocento furono incarcerati anche i contadini di Champorcher che durante la terza Insurrection des Socques (gli zoccoli in legno con la tomaia di cuoio) si erano ribellati contro l’aumento delle tasse.
Al secondo livello del Forte, il Museo delle Fortificazioni e il Museo delle Frontiere mi fanno riflettere sul tipo di rapporto che abbiamo con chi è “al di là” di una linea di frontiera. E le Alpi cosa sono? Barriera, ostacolo, difesa o punto di incontro? Ognuno può trovare la sua risposta.
Mi soffermo a leggere un pannello con la poesia Salmo di Wislawa Szymborska e trovo una (o “la”) risposta:
Oh, come son permeabili le frontiere umane! / Quante nuvole vi scorrono sopra impunemente, / quanta sabbia del deserto passa da un paese all’altro, / quanti ciottoli di montagna rotolano su terre altrui, / con provocanti saltelli! / […] / Solo ciò che è umano può essere davvero straniero, / Il resto è bosco misto, lavorio di talpa e vento.
Rimango a lungo al Forte di Bard, meravigliata dalla bellezza degli allestimenti dei suoi musei, affascinata dalla ricchezza delle sue proposte e degli stimoli di riflessione che ricevo.
Non posso abbandonare il Forte velocemente. Ho bisogno di staccarmene lentamente, di avere il tempo per prendere congedo dalle suggestioni che mi suscita e così scendo a piedi, fermandomi a cogliere le ultime impressioni lungo la strada interna che, snodandosi a ridosso di enormi massi , mi riporta al punto di partenza.
Come arrivare al Forte di Bard
Oltre che in treno, è ovviamente possibile arrivare in auto al Forte seguendo. la SS. 26 della Valle d’Aosta e l’autostrada A5, con uscita ai caselli di Pont-Saint-Martin a sud e di Verrès a nord, a 6 e 9 km di distanza. A Bard c’è possibilità di parcheggio anche per i camper.
Il Forte di Bard è accessibile per le persone disabili grazie alla presenza di ascensori e rampe per carrozzine. Si consiglia di contattare preventivamente il T. + 39 0125 833818.
Altre informazioni su come arrivare al Forte e sui servizi offerti ai visitatori (caffetteria, bistrot, ristorante) alla pagina www.fortedibard.it
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