Conoscete le fotografie immersive? Io non avevo mai sentito questo nome fino a quando un’amica sarda mi ha mandato una fotografia immersiva di Mark Dajethy del Tempio di Antas, uno degli “incontri” più emozionanti del viaggio che ho fatto in Sardegna con i mezzi pubblici.
Ho così imparato che le fotografie immersive sono quelle ottenute con angolo di ripresa di 360° orizzontali. Detto in altre parole sono foto panoramiche dove sembra di essere “dentro” un’immagine interattiva, che ci lascia decidere “dove andare” e come spostarci. Una fotografia panoramica che inserisce il movimento, come le mappe di Google. Un’esperienza da realtà virtuale.
L’impressione vivissima di “essere proprio lì”, di potermi girare per guardarmi intorno, ha fatto riaffiorare molti ricordi e mi ha fatto rivivere l’emozione della visita al Tempio di Antas, ricchissima di suggestioni storiche in un ambiente naturale ancora intatto.
Sono andata a prendere il libro nato da quel viaggio per me indimenticabile (Mariella Moresco, Vagabonda in Sardegna. Da Cagliari ad Olbia tra treni e corriere. ed. A. Pacilli. Si può trovare anche qui) e ho riletto le pagine in cui descrivo il tempio, dalla pianta tripartita orientata nord-ovest-sud secondo l’usanza punica, il luogo principale del culto reso a Babay, il Sardus Pater, la divinità originaria dei Sardi, un luogo cercato per molto tempo dagli studiosi.
“Arriviamo ad Antas, dove i resti di un tempio romano custodiscono la memoria di preesistenti luoghi di culto molto più antichi. Il luogo è particolarmente suggestivo, con i resti del tempio incastonati nel verde, sullo sfondo di un boschetto. Davanti alla gradinata di accesso a quello che è il più grande tempio della Sardegna, è ancora visibile il perimetro di un tempio più antico, dove i Cartaginesi adoravano Sid Addir Babay, continuando il culto nuragico alla divinità delle acque e della vegetazione, vincitore delle fiere e liberatore dal male. Babay, il Sardus Pater, progenitore universale e figlio del dio Makeris, arrivò in Sardegna con un gruppo di coloni del Nordafrica. Fu così, secondo Sallustio, che l’isola, già chiamata Ichnusa dai Greci, cambiò nome, prese quello della nuova divinità e divenne Sardegna.”
Miracoli delle fotografie immersive!
Vorrei poter pubblicare la bella foto immersiva di Mark Dajethy che mi ha suscitato un’impressione così profonda ma purtroppo è impossibile per motivi di peso. Però potete trovarla sul suo sito http://www.dajethy.com , insieme a tantissime foto spettacolari, così come sul suo profilo Instagram @markdajethy/.
Anche la foto di copertina è di Mark Dajethy che ringrazio sentitamente per avermi permesso di pubblicare i suoi splendidi scatti.