L’occasione per ritornare a Novalesa in Val di Susa mi è data dalla mostra “Il Rinascimento Europeo di Antoine de Lonhy”, che nelle due sezioni di Susa e Torino ha ripercorso la poliedrica produzione di questo artista del Quattrocento che lavorò in Borgogna, Linguadoca e Catalogna prima di giungere in Val di Susa.
Un suo magnifico polittico è conservato nella chiesa parrocchiale di S. Stefano di Novalesa, il paese che avevamo raggiunto con Giordano durante la nostra discesa a piedi dal Moncenisio lungo la Val di Susa.
Novalesa mi aveva affascinato per la sua storia secolare di posto tappa da cui un tempo si iniziava la faticosa e pericolosa salita al valico del Moncenisio verso la Francia. Una storia che è rimasta letteralmente dipinta con gli affreschi che ancora oggi si ammirano sui muri delle sue case e di quelle che furono animate locande.
Don Luigi, parroco di Novalesa, mi guida con passione e grande competenza storico-artistica ai tesori della sua chiesa. La prima impressione è lo stupore per la bellezza degli altari e delle tele alle pareti della navata.
Sul fastoso altare maggiore un seicentesco Martirio di Santo Stefano illumina con il vivace rosso delle vesti l’imponente struttura dorata che l’incornicia.
Colonne di marmo rosso dalla base tortile affiancano le tele degli altari laterali. Sopra quello di destra il bellissimo polittico quattrocentesco di Antoine de Lonhy. I riquadri, incorniciati da delicati intagli dorati di gusto gotico, mostrano sui due livelli la Natività e la Resurrezione di Cristo, affiancate da figure di santi. Il committente del polittico è raffigurato mentre viene presentato da Sant’Eldrado, il santo abate della vicina abbazia altomedievale benedettina, dove morì verso l’840.
Eldrado, originario della Provenza, dopo un pellegrinaggio a Santiago di Compostela arrivò in Val di Susa attraversando il Moncenisio e si fermò all‘abbazia di Novalesa, dove chiese di venire accolto. Molto caritatevole verso i pellegrini, divenne responsabile di diverse abbazie e promosse la costruzione di nuove chiese.
La sua urna reliquiario è un altro tesoro della straordinaria chiesa di Novalesa. Un cofano d’argento lavorato a sbalzo con le figure della Vergine, degli Apostoli e di Sant’Eldrado è conservato in una nicchia dell’abside, da dove viene tolto ogni anno in occasione della processione nella domenica più vicina al 13 marzo, giorno in cui cade la ricorrenza del patrono di Novalesa.
Alle pareti dell’unica navata cinque dipinti donati nel 1805 da Napoleone I, si dice come gesto di riconoscenza verso il priore dell’ospizio del Moncenisio che gli avrebbe salvato gli arti dal rischio di congelamento. I dipinti vennero dapprima custoditi nell’abbazia di Novalesa e poi portati nella chiesa parrocchiale.
Le tele, provenienti dai depositi del Louvre, appartengono alla scuola di grandi artisti, come l’Adorazione dei Magi della scuola di Rubens e la Crocifissione di san Pietro, copia antica del potente originale di Caravaggio.
La Deposizione di Cristo dalla croce è raffigurata sia in una replica da un originale di Dirck van Baburen che in un lavoro di Daniele da Volterra della bottega cremonese di Giulio Campi, dai toni lividi e dalla composizione fortemente drammatica nell’abbandono del corpo senza vita.
Una settecentesca Adorazione dei Pastori di François Lemoyne riporta leggerezza nella grazia dei visi dei fanciulli con l’offerta di colombe, nella vivacità dei colori e nella luce che fa convergere lo sguardo sul corpo tenero del neonato da cui sprigiona, illuminando la scena.
L’adiacente Cappella del Santissimo Sacramento, la cui parete esterna ospita un bellissimo ciclo di affreschi in stile medievale su Virtù, Vizi e relative pene infernali, ospita il piccolo e prezioso Museo di Arte Religiosa Alpina.
Tutta la storia di questa parte della Val di Susa, transito obbligato verso il valico del Moncenisio, ha lasciato le sue testimonianze secolari: reperti romani, longobardi e carolingi fino a più recenti tele e statue provenienti dalle chiese della valle.
Scenografica la ricostruzione di un altare barocco davanti al quale è pronto ad officiare un “sacerdote” rivestito di una pianeta dal color vinaccia impreziosita da ricami che, bellissimi e delicati, ornano anche altri indumenti ed oggetti liturgici.
Per visitare la chiesa di Novalesa contattare
Parrocchia di Santo Stefano
Via Maestra,19. Novalesa. Tel. 0122 – 653288
oppure il Centro Culturale Diocesano di Susa
Come arrivare a Novalesa in Val di Susa
Se volete arrivare a Novalesa nel modo più emozionante, copiate il nostro percorso dal Moncenisio
Oppure da Torino Porta Nuova prendete il treno regionale per Bardonecchia – linea SFM3 – fermata Susa
Da Susa (vicino alla stazione ferroviaria) corriera per Novalesa Biglietti al bar della stazione.