Una chiesa sotterranea, immersa nella suggestione di una storia millenaria. E’ la cripta di San Sepolcro, sotto l’antichissima chiesa omonima edificata al centro della Milano romana, dove si incontravano il cardo e il decumano, i due assi che suddividevano la città in isolati quadrangolari, al cui incrocio sorgeva il foro.
Rimasta chiusa per mezzo secolo, a metà marzo, dopo un attento restauro, la cripta di San Sepolcro è stata riaperta al pubblico. Vi si accede da una stretta scala laterale alla chiesa e ci si immette subito in un’atmosfera suggestiva.
L’assenza di decorazioni e arredi aumenta la sensazione di vastità e la luce soffusa fa risaltare, nella penombra, due affreschi un po’ sbiaditi e lo straordinario pavimento: lastre di pietra levigata da secoli (millenni!) di passaggi. Sono le stesse pietre dell’antico foro romano del IV secolo, riutilizzate nella costruzione della cripta. Poggiamo i piedi dove passarono magistrati, mercanti, semplici cittadini dell’antica Mediolanum, che nel foro svolgevano le quotidiane attività civili e religiose. E su quelle antiche pietre si vedono ancora oggi i solchi lasciati dai carri.
Altre testimonianze, altre memorie ricordano la continuità nei millenni dell’importanza di questo straordinario luogo, che san Carlo Borromeo definì “l’ombelico” di Milano.
In una nicchia una teca racchiude una copia della pianta della chiesa e della cripta di San Sepolcro disegnate da Leonardo da Vinci, che le visitò durante la sua lunga permanenza presso la corte di Ludovico il Moro, alla fine del XV secolo. Colpito dal valore simbolico di questo luogo, nel disegnare la pianta di Milano pose al suo centro proprio la chiesa di San Sepolcro.
Ma qual è la storia di questa chiesa e di questa cripta ?
Nella zona del centro di Milano dove ancora oggi si trovano via Moneta e via della Zecca, in epoca romana sorgeva un tempio dedicato alla dea Moneta e la zecca continuò a funzionare fino al medioevo. Fu proprio un maestro della zecca milanese che sull’antico foro romano fece edificare verso il 1030 una chiesa che l’arcivescovo Ariberto d’Intimiano dedicò alla Santissima Trinità. Il documento di fondazione rivela la presenza della chiesa sotterranea, dove venne collocata una copia del sepolcro di Cristo.
La riconquista di Gerusalemme da parte dei crociati commosse profondamente la cristianità e il 15 luglio 1100 l’arcivescovo Anselmo IV da Bovisio dedicò la chiesa al Santo Sepolcro. E a ricordo di quella prima vittoriosa crociata nel “sepolcro di Cristo” venerato nella cripta di San Sepolcro venne tumulata, quale preziosa reliquia, della terra raccolta a Gerusalemme.
Ma ritorniamo alla nostra visita.
Appena scesi nella cripta incontriamo la riproduzione, a grandezza naturale, della Sindone, per ricordarci che San Sepolcro è dedicata al ricordo e alla venerazione della Passione e della Risurrezione di Cristo.
Alla nostra destra due affreschi raffiguranti la Vergine con il bambino, mentre iniziamo ad avanzare con commozione su quelle pietre consumate dai passi dei nostri concittadini dell’epoca dell’imperatore Teodosio e del patrono Sant’Ambrogio.
Il colpo d’occhio è solenne. Dove la navata incrocia i transetti, protetto da una robusta inferriata, il sarcofago che racchiude la terra di Gerusalemme. Inginocchiato davanti al sarcofago, San Carlo Borromeo perpetua la sua abitudine di venire in questa cripta a pregare, spesso per tutte le ore della notte.
Sul fondo di un transetto una Deposizione drammatica nel volto sofferente nello spasmo della morte e nel dito contratto sulla piaga del costato,
mentre la nicchia opposta è “riempita” dalla scultura in metallo di una palma. Pare fosse destinata ad una fontana che non venne realizzata. Le luci e le ombre giocano tra le foglie della palma, creando effetti suggestivi.
Alla base della palma si attorciglia una serpe.
La cupola dell’abside è decorata da angioletti barocchi che si rincorrono tra i chiaroscuri, dove spuntano altre più pacate figure (santi? profeti?).
Ripassiamo davanti a San Carlo in muta adorazione, quasi in estasi davanti al “sepolcro di Cristo”
e ci voltiamo per rivedere ancora una volta l’insieme della cripta immersa nel silenzio e nella penombra.
La sua semplicità solenne trasmette un sentimento di stupita emozione.
Ci stacchiamo a fatica da questo luogo così suggestivo, dove rivivono i ricordi e le emozioni delle generazioni passate. Di sicuro non dimenticheremo la bellezza severa e misteriosa della cripta di San Sepolcro.
Cripta di San Sepolcro
Situata in piazza San Sepolcro nel cuore di Milano, dove un tempo sorgeva il foro romano e la zecca (esistono ancora via della Vecchia Zecca e via Moneta),
la cripta di San Sepolcro è ritornata patrimonio della città, visitabile tutti i giorni dalle 12,00 alle 20,00.
Si accede con biglietto di ingresso di eur 10,00, il cui ricavato servirà a terminare i lavori di restauro.
Tutte le informazioni sulle modalità di visita e le possibilità di acquisto dei biglietti anche per gruppi sit rovano sul sito www.criptasansepolcromilano.it.
Si può prenotare la visita di gruppi e organizzare visite guidate scrivendo a cripta@milantourismpoint.com o telefonando al n. telefono: +39 3404085729
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