Ho avuto l’occasione di visitare alcune stanze dei depositi del MUDEC (Museo delle culture) di Milano ed è stata veramente un’esperienza fuori dal comune.
I depositi dei musei a volte sono vere grotte dei tesori. Purtroppo non sempre c’è lo spazio per poter esporre nelle sale aperte ai visitatori tutto il materiale che si ha in custodia e allora occorre fare una scelta. Spesso veramente difficile.
Il MUDEC ha optato per una scelta intelligente: organizzare visite guidate ai suoi depositi, dove è ospitato l’intero patrimonio delle sue collezioni permanenti. Un vero tour tra le meraviglie più “segrete” delle sue raccolte di arte extraeuropea.
Insieme ad altri visitatori ho partecipato a uno di questi tour guidati, accompagnati da una critica d’arte del Mudec. Ed è stato veramente emozionante.
Aperte le grandi porte blindate, subito una meraviglia. Due antichi vasi cinesi sembravano darci il benvenuto, circondati da armadi ricolmi di oggetti non di rado di grande bellezza.
La visita ha avuto inizio dalla sezione africana, che raccoglie i più antichi fondi museali del Castello Sforzesco: oggetti d’arte e di interesse etnografico, portati in Italia nel periodo della colonizzazione dell’Africa orientale da arditi viaggiatori tra i quali Achille Bertarelli, fondatore con il fratello Luigi Vittorio del “Touring Club Ciclistico Italiano”, l’attuale Touring Club Italiano, e collezionista di stampe ora custodite presso l’omonima raccolta del Castello Sforzesco.
Mi hanno affascinato le maschere e le statue cerimoniali, oltre ad oggetti d’uso quotidiano altrettanto belli come le porte e le straordinarie serrature in legno scolpito provenienti dal Mali.
Una straordinaria bardatura per cavallo è il pezzo che ho trovato più scenografico della sezione orientale (Cina e Giappone). Di manifattura giapponese del sec. XVIII, comprende una ricca sella in legno laccato e argentato, decorato con al centro tralci e con frutti in rilievo laminati. La sottosella in pelle decorata a scacchi richiama il motivo della gualdrappa alla quale sono fissate piastre quadrate di pelle dorata. Sulle staffe di ferro un fiore di crisantemo intarsiato in argento. Un’opera raffinata dalla quale ho trovato difficile distogliere lo sguardo.
Molto ricca anche la raccolta amerindiana, dove spiccano i fastosi e coloratissimi copricapi di piume brasiliani, donati dal medico Aldo Lo Curto, e preispanica, in particolare per l’area andina, le cui terrecotte coprono un ampio arco temporale, dal 1500 a.c. fino al XVII sec.
Eccezionale anche la sezione dedicata all’area islamica, con manufatti provenienti dal Nord Africa, dal Vicino Oriente e da parte dell’Asia Centrale, con una importante raccolta di tappeti e di antiche mattonelle siriane, destinate alla decorazione degli edifici sacri.
Più eterogenea la collezione proveniente dal Sud Est asiatico, arrivata in Italia grazie ai missionari del Pime: armi del XIX sec., abiti e tessuti , oggetti ornamentali del lontano Oriente e delle Isole Salomone.
La bellezza degli strumenti musicali conservati in una sezione che apparenta tutte le precedenti, ha chiuso una visita che mi ha lasciato nel cuore mille suggestioni.
Non ve l’avevo detto? Una vera grotta del tesoro!
Informazioni e prenotazioni delle visite guidate
Mudec
Via Tortona, 56 Milano tel. 02 54917
info@mudec.it
www.mudec.it/ita/depositi-visitabili/
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