Seguendo le tracce di viaggi “perigliosi e lontani”.
Potrebbe essere questo il filo conduttore che unisce i paesi delle Cinqueterre ai loro santuari, arrampicati sulle alture alle loro spalle. Paesi di naviganti, migranti e anche di martiri.
Ognuno dei cinque paesi (Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore) ha il proprio santuario su, a mezza costa. E se si vogliono visitare tutti i bisogna salire, salire e poi camminare per ore. Ma il panorama che si gode da lassù è impagabile.
E si scoprono pagine piccole per la Storia (quella con la “S”), che però sono testimonianze preziose, magari solo fugaci accenni di storie di viaggi e di vite che hanno attraversato il mare a volte per ritornare, a volte per morire lontano.
Il nostro vagabondare per santuari delle Cinqueterre inizia a Monterosso, dove all’inizio del centro storico troviamo un’altra simpatica “vagabonda” con il suo furgoncino/friggitoria con uno sfizioso Menu Vagabondo.
Una foto è d’obbligo !
A Monterosso una prima storia di viaggi “perigliosi e lontani”
Nella chiesa principale dal prezioso rosone sulla facciata romanica a strisce bianche e nere,
un semplice foglio incorniciato mostra la foto di un uomo ancora giovane, un missionario dichiarato martire per la sua morte violenta avvenuta nel Sudan meridionale nel 1946.
Nato a Monterosso nel 1886, a ventisei anni padre Angelo Arbe si imbarcò con un confratello a Trieste per raggiungere l’Africa con un lungo viaggio fino a Wau , una zariba (base fortificata) dei trafficanti di schiavi del XIX secolo, «Collocata proprio nel bel mezzo del nulla, è in stato miserabile sotto le migliori circostanze.» (Burr e Collins, Requiem for the Sudan: War, Drought and Disaster Relief on the Nile).
E da qui ancora in battello fino a Mboro: “Per ben due volte il nostro battello fu bloccato dalle erbe galleggianti, ma quando lasciammo il corso d’acqua la situazione non migliorò di molto. Da Wau a Kajango viaggiavano con noi 24 somari scheletriti che stavano in piedi per scommessa. Andavano in quella missione in… vacanza, per ristabilirsi dalle fatiche appena sopportate e per prepararsi ad altri viaggi con i missionari”.
Molti anni dopo, il primo novembre 1946, in un giorno di grande festa nella missione per la prima messa di Arcangelo Alì, primo sacerdote della tribù Ndogo, padre Arbe venne ucciso a colpi di lancia da un cacciatore della tribù.
“Nella missione cattolica di Mboro (Sudan) un giovane indigeno, colto da un improvviso accesso di pazzia, uccideva con una lancia padre Arpe, venerando sacerdote italiano, capo della missione, e feriva altre cinque persone, dandosi poi la morte con la stessa arma”.
Dal Nordeuropa a Monterosso: il viaggio della Madonna di Soviore
Saliamo al primo dei santuari delle Cinqueterre, quello di Nostra Signora di Soviore, il più antico della Liguria, già citato in un documento del 1225, che divenne una meta di ininterrotti e dolenti pellegrinaggi durante la Peste Nera del 1348. Tutto intorno cipressi e lecci plurisecolari svelano a tratti il mare lontano.
All’interno la venerata statua lignea della Vergine con il Figlio morto sulle ginocchia, dall’inconfondibile stile gotico del Nord Europa, da dove ha iniziato il suo viaggio verso il sole del Mediterraneo.
La nascita di un primo santuario risale ai tempi di altri viaggi più cruenti: le invasioni barbariche. Fuggendo davanti ai Longobardi di Rotari, gli abitanti della zona seppellirono una statua della Vergine, ritrovata un secolo dopo grazie al volo di una colomba bianca sopra una casa diroccata …
Divenuto un importante punto di sosta dei pellegrini che percorrevano la Via Romea da Santiago de Compostela a Roma, il santuario crebbe tanto che secoli dopo si decise l’edificazione dell’attuale complesso con alloggi e ristorazione per pellegrini e visitatori. In un punto è ancora visibile, sotto l’attuale pavimento, parte delle mura perimetrali di una chiesa più antica dell’attuale del ‘300. Più piccola, più povera, dal pavimento in terra battuta.
Un itinerario tra i fiori
Iniziamo una magnifica camminata, quasi “sommersi” dalle fioriture bellissime ed esuberanti che ci accompagneranno per tutto il tragitto fino al Santuario di Nostra Signora di Reggio, sopra Vernazza.
La giornata è magnifica, l’aria limpida fa godere dei colori del mare, del cielo e della vegetazione. Ci fermiamo spesso, incantati, a godere del paesaggio.
Non è possibile passare oltre di fronte a uno spettacolo così bello! Quasi quasi non vorremmo mai arrivare.
La Madonna portata dalle Crociate
Il Santuario di Reggio, quasi nascosto alla vista di chi scende dal sentiero dagli alberi secolari,è più piccolo di quello di Soviore, con una decorazione molto particolare alla sommità della facciata romanica.
L’immagine che vi viene venerata, una Madonna Nera col Bambino che tiene in mano il rotolo della Sacra Scrittura, è anch’essa una “viaggiatrice”. Proviene dall’Oriente e, si dice, fu portata qui ai tempi delle prime Crociate. Esagerando non poco, una leggenda vuole che sia opera addirittura di San Luca…
In realtà è un dipinto su tela applicata su legno, di scuola genovese del XIV secolo.
Una fonte che sgorga vicino al santuario ne spiega, forse, il nome: in antico toscano, infatti, “regghia” significava fosso, rigagnolo.
Di fianco al santuario un curioso “emporio self service”. Si entra, si prende quello che si vuole e si paga pure quello che si vuole, lasciando il denaro. Nessuno controlla. Ma chi imbroglierebbe la Madonna?
E’ il posto ideale per una sosta con la focaccia comperata a Monterosso.
Verso il riposo…
In lontananza il cerchio delle montagne e la sagoma del Santuario di San Bernardino, sopra Corniglia. Troppo lontano per arrivarci in una giornata iniziata prestissimo, partendo da Milano. Meglio scendere a Vernazza, godendo della vista fino al mare e poi, in treno, raggiungere Corniglia, dove ci aspetta un riposante bed and breakfast per la notte.
Domani continuerà il nostro andare per monti e santuari delle Cinqueterre. Ci aspetta Nostra Signora della Salute a Volastra. A domani!
Come arrivare sulla Via dei Santuari delle Cinqueterre
Da Monterosso (v. orari ferrovia) si può salire a piedi al Santuario di Soviore (faticoso). Noi confessiamo di avere preso il bus Parco 5Terre . Meglio tenere le forze per l’itinerario in costa molto, ma molto più appagante.
Il bus parte in fondo al centro di Monterosso, di fronte all’agenzia della banca Carispe.
Gli orari riportati in internet non sempre corrispondono a quelli effettuati. Meglio telefonare per avere conferma. tel. 0187.522511
Tempi di percorrenza del primo tratto della Via dei Santuari delle Cinqueterre
Dal Santuario di Soviore al Santuario di Reggio ca. h. 2,30 (con molte fermate “di contemplazione”); discesa a Vernazza 40’ ca. Vernazza-Corniglia in treno 4’.
Dalla stazione di Corniglia al paese bus Parco 5Terre ogni 15’ ca. Biglietto eur 1,50 valido per tutti percorsi bus Parco 5Terre. Si acquista in stazione.
Noi abbiamo dormito e mangiato a…
A Corniglia ci siamo fermati al B&B Le Terrazze (leggi il nostro articolo A Le Terrazze di Corniglia)
Via Fieschi 102, tel. 0187.812096 cell. 349.8459684 info@eterasse.it
Ottima sistemazione (possibilità stanza con angolo cottura), con terrazze con scorci di mare tra vasi in fiore.
Per la cena abbiamo scelto un locale con terrazza vista mare, il Food and Sea, il cui ingresso va cercato (è un po’ nascosto) sulla piazza dove arriva il bus Parco 5Terre. Se trovate libero un tavolo al bordo della terrazza verso il mare, godrete un tramonto indimenticabile!
Food and Sea
via Fieschi, 90 tel. +39 333 8445842 info@foodandsea.com Prenotare con anticipo adeguato !
Per organizzare una gita lungo la Via dei Santuari delle Cinqueterre
http://www.parconazionale5terre.it/sentieri-outdoor.php
E la friggitoria di strada La Vagabonda?
Un’ottima idea per un pranzo veloce o una sosta sfiziosa. Se pensate di andare a Monterosso o nei dintorni, controllate dov’è la simpatica e intraprendente signora Vanda Ongaro con il suo furgoncino/friggitoria. Potrete così gustare spiedini di muscoli o gamberi, panino con acciughe salate o con gamberetti in salsa rosa, tris di bruschette o acciughe fritte o delle ottime fritte di baccalà…
Non dimenticate di telefonarle al numero 366 280 0600 !
Noi non vediamo l’ora d’incontrare di nuovo questa simpaticissima Vagabonda !
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cercando vagabondiinitalia.it troverai altre foto dei nostri “vagabondaggi”.