Nel nostro itinerario dal Moncenisio a Susa avevamo messo in programma paesaggi e attrattive culturali. Non avevamo sicuramente pensato di visitare i resti di un dinamitificio! Sì, proprio una fabbrica di dinamite. Appartenuta ad Alfred Nobel, un ricco imprenditore svedese conosciuto per avere inventato la dinamite ed istituito il famosissimo Premio Nobel da attribuire, tra gli altri, anche ai fautori di pace. Una bella contraddizione, davvero!
Arrivati ad Avigliana, sulla strada che collega Susa e Torino, con un po’ di difficoltà (dovuta alla nostra scelta di viaggiare senza auto) siamo riusciti ad individuare l’indirizzo della fabbrica dismessa di dinamite, dove sarebbe iniziata la nostra visita.
Il percorso si snoda tra labirinti di gallerie in cemento armato,
appositamente progettate con angoli arrotondati per disperdere la forza d’urto di eventuali (e purtroppo avvenute) esplosioni, resti smozzicati di depositi per lo stoccaggio degli esplosivi “saltati in aria” e testimonianze del terribile lavoro in questa particolarissima fabbrica costruita nel 1873.
“Mi chiedete se dopo gli incidenti non si aveva paura? Sì la paura c’era ma rimaneva un giorno o due dopo lo scoppio… quando si entrava in fabbrica un grande silenzio… sembrava di entrare in una chiesa. Poi passava tutto, si lavorava con il cuore in pace; quando uno entrava al Dinamitificio lo sapeva già che il pericolo c’era. Allora o stare a casa o andare a lavorare in quelle condizioni lì… “ [testimonianza riportata sul manifesto nella foto]
Le caratteristiche di questa speciale produzione erano di tale pericolosità che i motori per le macchine impastatrici erano collocati a 4 mt. di distanza, separati dalle macchine da muri in cemento armato e la lavorazione veniva controllata sempre a distanza attraverso specchi a periscopio.
Nobel, discendente da una famiglia di industriali ed inventori di armamenti (il padre fu un pioniere dello sviluppo delle mine navali subacquee e fornitore di materiale bellico per l’esercito russo durante la guerra di Crimea nella seconda metà dell‘800) studiò chimica e a soli 17 anni si interessò della scoperta della nitroglicerina avvenuta nel 1847 da parte dell’italiano Sobrero.
Terminati gli studi, si dedicò a ideare e perfezionare ordigni bellici, riuscendo a rendere la nitroglicerina più stabile, quindi meno pericolosa da trasportare, con l’aggiunta di farina fossile o semplice segatura. Era nata la dinamite. Un successo che gli permise di aprire laboratori e stabilimenti in una ventina di paesi. Tra i più importanti, quello di Avigliana, il più grande in Europa, fornito di un proprio generatore di energia elettrica e di ferrovia interna che lo collegava alla stazione di Avigliana.
Durante la Seconda Guerra Mondiale lo stabilimento fu l’obiettivo di bombardamenti e di azioni partigiane senza riportare danni irreversibili, anche grazie ai suoi locali incassati nella collina. La sua chiusura fu dovuta all’ultima grave esplosione del 1961 che, si dice, fece tremare i vetri e spalancare le porte delle case di Torino, a più di venti chilometri di distanza.
Nell’Ottocento la mancanza di tutele per la salute degli operai che passavano molte ore in ambienti saturi di sostanze tossiche causava conseguenze terribili: caduta della pelle e dei denti per chi era a contatto con gli acidi e per chi lavorava con la nitroglicerina forti ed incessanti emicranie, che costringevano a tenere sempre con sé, anche a casa, pezzuole impregnate di quella sostanza per annusarle e alleviare in parte i dolori. I primi operai furono i contadini delle alture intorno ad Avigliana. La loro giornata iniziava prima dell’alba con la mungitura delle bestie per poi incamminarsi allo stabilimento, da dove risalire in montagna dopo dodici ore di lavoro a contatto diretto con le sostanze chimiche che ne minavano la salute.
Per alcuni lavori, come la confezione dei candelotti di dinamite, era richiesta manodopera femminile, dalle dita più sottili, preferibilmente vedove ed adolescenti (quindi senza impegni di famiglia) da potere eventualmente spostare senza troppi problemi negli altri stabilimenti Nobel in Messico, in Sudafrica, ecc.
La disciplina, per comprensibili ragioni di sicurezza, era ferrea e il lavoro mai interrotto.
Neppure sotto i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, quando il personale veniva indirizzato nei rifugi antiaerei interni alla fabbrica e le impiegate dovevano portare con sé le pesanti macchine da ufficio e le pratiche commerciali per non perdere ore di lavoro !
“In tempo di guerra ricordo la paura durante gli allarmi aerei. Io lavoravo in un ufficio, ero segretaria… sentivamo suonare il preallarme, poi l’allarme… e di corsa saltavamo dalle finestre per andare al rifugio. Dovevo portare con me l’accontumaiser, la macchina per fare i conti, perché era preziosa”. [testimonianza riportata sul manifesto nella foto]
Ma come si arrivò alla costituzione dei Premi Nobel? Pare che la falsa notizia della propria morte (in realtà era morto un suo fratello) apparsa su un quotidiano con il commento:”E’ morto il mercante di morte!” abbia profondamente scosso Alfred Nobel, che decise di investire il suo ingente patrimonio per lasciare di sé un ricordo migliore, premiando chi si distinguesse nei campi della fisica, della chimica, della medicina, della letteratura e per creare relazioni di pace fra i popoli.
Nel 1969 per volere della famiglia è stato aggiunto un fondo speciale per conferire il premio per l’economia, in omaggio ad Alfred Nobel.
Per arrivare al Museo Dinamitificio Nobel
Avigliana si trova sulla linea Susa-Torino, servita sia da Trenitalia che dal Servizio Ferroviario Metropolitano della Regione Piemonte sulla linea Torino-Bardonecchia.
Poi… è piuttosto complicato raggiungere il Museo Dinamitificio Nobel, dato che ad Avigliana non esiste un servizio taxi. Noi abbiamo usufruito di un conducente privato indicatoci dall’albergo dove abbiamo alloggiato. Il nostro consiglio è di contattare l’ufficio informazioni turistiche di Avigliana, presso cui occorre anche effettuare la prenotazione per la visita guidata (gratuita).
Il Museo Dinamitificio Nobel, allestito dall’Associazione Amici di Avigliana, è stato inaugurato nel 2002.
Un grazie a Laura, la nostra vivace e appassionata guida e alla gentile Marta che, con pazienza, ci ha sempre aspettati (per non farci perdere nei labirinti) mentre ci soffermavano a scattare foto.
Museo Dinamitificio Nobel
Via Galinier (o Galinié) 38, 10051 Avigliana
tel. 011/9311873
Ufficio Informazioni Turistiche di Avigliana
corso Laghi 389, tel. 0119311873
ufficioiat@turismoavigliana.it www.turismoavigliana.it
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