Siamo stati a Padova dal 18 al 20 settembre invitati al World Tourism Expo (WTE), sesta edizione del Salone Mondiale del Turismo dedicato agli oltre mille siti Patrimonio Unesco ed ospitato nel magnifico Palazzo della Ragione.
Con i suoi 51 siti Unesco l’Italia è il paese con il maggior numero di “tesori” riconosciuti a livello mondiale e quasi ogni nostra regione ne custodisce qualcuno.
Per tre giorni siamo stati immersi non solo in queste meraviglie d’Italia divenute Patrimonio dell’Umanità, ma anche nello straordinario contesto in cui sono inserite, raccontatoci con passione dalle delegazioni presenti. Ed è questa la caratteristica e l’attrattiva più importante d’Italia: la bellezza del paesaggio, l’arte e la presenza culturale della nostra storia, le tradizioni e la buona cucina sono un patrimonio diffuso su tutto il nostro territorio.
Un territorio che può venire valorizzato più di quanto lo sia attualmente promuovendo un turismo consapevole e “lento”, interessato a “gustare” e non a consumare ciò che il territorio offre.
Dagli incontri avuti con le delegazioni presenti al Salone ci siamo resi conto del grande impegno delle istituzioni locali, riunite nell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco, per valorizzare i siti loro affidati (vera eccellenza culturale italiana nel mondo) e promuovere il territorio di appartenenza. Un impegno a volte limitato dalla scarsità di risorse messe a disposizione dallo Stato, che obbliga i sindaci delle città Unesco a difficili scelte nella gestione del bilancio tra le necessità della comunità e la cura e manutenzione dei siti presenti sul loro territorio, come ha denunciato Giacomo Bassi, sindaco di San Gimignano e presidente dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco. Giacomo Bassi ha terminato il suo appassionato discorso rendendo omaggio a Khaled Asaad, l’archeologo siriano ucciso dall’Isis per non avere rivelato dove aveva messo in salvo preziosi reperti archeologici del suo paese.
(nella foto il nostro collega Giovanni Scotti)
La valorizzazione dei siti Unesco non dovrebbe essere lasciata solo (o quasi) a chi si occupa di cultura e di turismo, ma divenire un obiettivo prioritario della politica economica del paese, un potenziale importantissimo motore di sviluppo di un turismo di qualità nelle comunità del territorio di riferimento e per l’intero paese.
I luoghi che comprendono siti Unesco saranno sicuramente tra le mete privilegiate di noi “vagabondi in Italia”, che amiamo un viaggiare che risvegli sensi ed emozioni e che porti ad un arricchimento interiore. Vorremmo coinvolgere anche gli amici che ci seguono nei nostri vagabondaggi nel sostenere gli sforzi degli enti locali e delle associazioni private per la tutela e la valorizzazione di tutto il nostro meraviglioso patrimonio culturale e paesaggistico.
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