La Liguria, si sa, è un territorio che ha molto da offrire in ogni stagione, non solo sulla sua magnifica costa.
Nel mio ultimo viaggio nel Levante ligure, tra Framura e Bonassola, oltre a fare splendide camminate e gustare la cucina locale in ottimi ristoranti a Levanto e a Mattarana, ho conosciuto anche Cà du Ferrà, un progetto di coltivazioni biologiche e di produzione vinicola molto interessante e di grande qualità.
Sulle terrazze coltivate che coprono le alture del Levante, si vedono spesso filari di viti. Qui si producono vini famosi come il bianco Vermentino ligure, fresco e fruttato, che accompagna i piatti di pesce (ma anche risotti e carni bianche) e il prezioso Sciacchetrà, il vino passito dolce delle Cinque Terre, vino da dessert e “vino da meditazione”.
Una delle finalità dei nostri vagabondaggi è quello di “scovare” le eccellenze dei territori. Ho quindi deciso di visitare uno di questi vigneti, accompagnata dalle appassionate spiegazioni di Giuseppe, uno dei titolari dell’azienda agrituristica Cà du Ferrà, che si distingue per le coltivazioni biologiche dei suoi prodotti.
Cà du Ferrà, coltivazioni biologiche per vini prestigiosi
Cà du Ferrà è un’azienda che unisce una grande consapevolezza dell’importanza di una agricoltura sana, rispettosa dell’ambiente, di chi lavora in vigna e del consumatore finale a una grande passione per la ricerca di innovazioni.
Queste caratteristiche in poco tempo hanno portato i suoi vini a raggiungere traguardi prestigiosi, come l’inserimento nel 2018 nella Guida Veronelli.
Insieme ad Enrico Barbieri di Framura Turismo siamo saliti sulle colline della frazione di San Giorgio di Bonassola ad uno degli appezzamenti della vigna, che copre quattro ettari in quattro comuni diversi.
Con sorpresa ho trovato un vasto terreno pianeggiante, risultato di una antichissima frana che ha formato una piana dove viene coltivato il bianco Doc “Bonazolae”.
Qui si sta sperimentando la coltivazione di un raro vitigno di Vermentino nero anche grazie alla collaborazione di due esperti consulenti enologici.
Giuseppe ci spiega che la particolare posizione della piana aperta verso il mare e il terreno salmastro danno al vino un sentore particolare.
Da tre anni si pratica la coltivazione biologica dei vitigni, utilizzando come fertilizzante lo stallatico di cavallo e ricorrendo a irrorazioni di rame e zolfo solo in caso di effettiva necessità.
Il risultato? Le piante, dopo un primo anno in cui sembravano essersi indebolite, si sono rafforzate e sono diventate più resistenti alle malattie. E per aiutarle contro gli insetti nocivi, le “trappole” sono semplici bottiglie ai piedi delle viti.
Strani ospiti nel vigneto
Tra uno sguardo al mare ed uno alle piante, vedo alcuni filari di more. Che ci fanno in una vigna?
Giuseppe mi spiega che anche loro contribuiscono al bouquet dei vini e i frutti, essendo garantiti da una coltivazione rigorosamente biologica, vengono venduti alla gelateria Basilico e Limone di Levanto, tra le 100 migliori d’Italia.
Avevo già notato in altre vigne la presenza di rose all’inizio dei filari e questa volta ho capito il loro ruolo di “sentinelle”: le rose, così delicate all’attacco di parassiti, denunciano per tempo la loro presenza, permettendo di intervenire subito per debellare il “nemico”.
Un’altra presenza insolita è un alveare, che intravedo un po’ appartato. Poi capisco che la sua presenza non è così strana.
Le api, contribuendo all’impollinazione, sono importantissime, anzi fondamentali, per il ciclo vitale dei vitigni e a prendersene cura è Guido, quel nostro ospite così gentile ed appassionato che ci aveva fatto conoscere il suo lavoro al Laghello di Amina
Ma è ora di gustare i vini di questo vigneto così amorevolmente curato!
Nella cantina di Cà du Ferrà ci è stata preparato un assaggio di due vini, il Bonazzolae e L’Intraprendente (ma in produzione ve ne sono altri oltre alle grappe), accompagnati da focaccia e pandolce genovese.
Per primo assaggiamo il Bonazzolae, classificato tra i 100 migliori vini d’Italia.
Di questo vino dalle speziature leggerissime, adatto ad aperitivi e piatti di pesce, che Giuseppe definisce “dalla sapidità elegante” è stato scritto che è “l’espressione elegante del territorio”.
Ottenuto con Vermentino (65%), Albarola (30%) e Bosco (5%), ha un colore giallo paglierino e un profumo delicato ma persistente, con sentori di fiori di campo.
Sfatando la credenza che lo vuole necesariamente bevuto nell’anno di imbottigliamento, troviamo ottimo il Bonazzolae del 2017.
Ci aspetta ora L’Intraprendente, anch’esso classificato tra i 100 migliori vini d’Italia, un delicato vino liquoroso che “ripercorre i canoni classici del passito di zona ma riletto in chiave moderna”, che acquista una maggiore freschezza con il suo sapore e il suo profumo meno intensi cui siamo abituati degustando i passiti.
Riposo al Cà du Ferrà
Non ci resta che terminare questa giornata riposando in una delle due strutture dell’Agriturismo Cà du Ferrà Farm & Relax, il più vicino al mare della Regione Liguria e premiato nel 2016 come il più apprezzato dell’intera regione.
Io sono stata ospitata in una delle due comode stanze ricavate in un vecchio mulino ristrutturato, immerso nel verde sul torrente San Giorgio.
Prima di partire, l’indomani mattina, saremo “viziati” dalla gentile signora Aida con una ricca colazione portataci in camera: ciambella e biscotti fatti in casa, spremuta d’arancia, yougurt, pane casareccio con burro e marmellate e caffellatte.
Come iniziare meglio la giornata?
A Cà du Ferrà Farm & Relax ecologia e “filosfia delle 3R”
Nelle coltivazioni biologiche dei vigneti e della produzione agricola e nella conduzione del B&B, ogni giorno a Cà du Ferrà si lavora seguendo una propria Carta dei valori basata su tre punti fondamentali:
- Rispetto per le persone
- Rispetto per gli animali
- Rispetto per l’ambiente
Cà du Ferrà – Farm & Relax
Via Gavazzo 46 19011
Bonassola (La Spezia)
Tel. +39 0187.814083
Cell. +39 328.7060771
info@agriturismo-caduferra.it
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