Img.di copertina: particolare di Giacomo Spadari, Costruttori con bandiera 1972
Tra desideri di rivoluzione e grandi aspettative per la nascita di una nuova società, che sembravano realistiche ed imminenti, la generazione del ’68 si è connotata per una grande, esplosiva creatività che portò alla produzione di una “arte ribelle”.
Uno degli slogan più in voga all’epoca non era forse: “la fantasia al potere” ?
Tutto doveva essere sovvertito: i ruoli sociali, con l’abbattimento del potere del denaro e del possesso dei mezzi di produzione; i comportamenti sessuali, “liberati” dalle regole sociali.
L’arte divenne un potente mezzo di espressione di quelle tensioni, subbugli, fermenti.
E all’arte riconosciuta come tale si affiancò, con pari dignità, un’arte fino ad allora considerata minore, quella dei disegni per i fumetti, divenuta mezzo espressivo immediato ed amato soprattutto dai settori meno avvezzi alla fruizione di altre espressioni artistiche.
Nello spazio della Galleria Gruppo Credito Valtellinese ottanta opere di “arte ribelle” testimoniano l’impegno di artisti che in quegli anni furono parte di un grande movimento sociale e politico dalle molte sfaccettature (a volte in contrapposizione anche dura tra loro ma comunque confluenti e soggetti del medesimo fermento culturale),
che la mostra riesce a rendere anche attraverso la sezione che raccoglie volantini, fanzine, libri militanti e foto.
Dai quadri ai disegni, dal colore esplosivo al nitido bianco e nero grafico, lo stile e l’estetica di tutte le opere sono funzionali, anzi sono parte stessa del messaggio politico, come ha spiegato Marco Meneguzzo, curatore della mostra.
Si incontrano così opere di artisti concettuali, opere minimaliste, copertine “scandalose” di libri “scandalosi” come Porci con le ali e perfino eroi del fumetto come Tex Willer che, pistola in pugno, pronuncia frasi rivoluzionarie ispirate a Marx dalle pagine di Robinhud (ironica storpiatura del nome di un altro mitico eroe).
E’ la ricostruzione di un clima, politico prima ancora che culturale, nel quale il visitatore viene immediatamente immerso, accolto da un lungo striscione rosso (ovviamente!) di Fernando De Filippi, dal messaggio forse un po’ contorto e appeso al soffitto, che fece la sua gloriosa comparsa nelle strade di Milano.
Bellissima e intensamente evocativa delle aspirazioni di giustizia sociale di quegli anni una enorme e sinuosa installazione in cartone, raffigurante la scritta “Grazia e Giustizia”.
Tra le sue lettere occhieggiano tele e disegni in un gioco prospettico emozionante.
Un omaggio a cinquant’anni dalla data del ’68, simbolo di un’epoca che tra generose aspirazioni e laceranti contraddizioni ha segnato e condizionato indelebilmente la nostra storia più recente.
Arte ribelle.1968-1978 Artisti e gruppi dal Sessantotto
Dal 12 ottobre al 9 dicembre 2017 – ingresso libero
Galleria Gruppo Credito Valtellinese Corso Magenta, 59 – Milano
Orari
Martedì-venerdì 13,30-19,30 / Sabato 15-19,00
Chiuso domenica, lunedì, 1 novembre e 8 dicembre
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