Sì, è conosciuta proprio così: la Chiesa di Vetro.
E’ la chiesa parrocchiale di Nostra Signora della Misericordia, o Mater Misericordiae di Baranzate, distante solo 7 chilometri dal centro di Milano.
Ne avevamo sentito parlare e ci aveva molto incuriosito. Come, una chiesa di vetro? Nel senso che ha le pareti di vetro?
Così abbiamo deciso di andare a vedere.
Arriviamo alla Chiesa di Vetro di Baranzate
La prima impressione è di stupore. Nulla che richiami l’aspetto tradizionale di una chiesa, ma un perfetto parallelepipedo, dalla facciata lattea. Più che di vetro ci sembra di carta velina.
Le proporzioni sono molto eleganti, con pareti segnate da linee che formano rettangoli che alleggeriscono visivamente il blocco dell’edificio.
Sulla sommità una striscia di vetro trasparente su cui poggiano elementi in cemento a forma di grandi X.
Opera degli architetti Mangiarotti e Morassutti, la “chiesa di vetro” è parte del progetto di costruzione di nuovi luoghi di culto voluto negli anni ‘50 dall’allora cardinale Montini, futuro Papa Paolo VI. Uno sviluppo non solo numerico, ma esito del dibattito tra architettura e liturgia promosso dallo stesso cardinale.
Un esito che vide impiegare, per la prima volta nell’architettura sacra, cemento armato precompresso, elementi prefabbricati, ferro e vetro per una costruzione che desse un messaggio di possibile unione fra bellezza, povertà e rigore.
Un progetto architettonico tanto rivoluzionario per l’epoca, da suscitare critiche ed opposizioni, che si infransero contro l’approvazione del card. Montini che nel giorno dell’inaugurazione, il 7 novembre 1958, paragonò la luminosità della nuova chiesa alla luce divina.
Un percorso quasi iniziatico per entrare nella Chiesa di Vetro
Luminosa, senz’altro. Ma, da dove si entra?
In un primo momento non riusciamo a capirlo. Quella che ci sembra la porta principale è chiaramente chiusa.
Basta però spostare lo sguardo dal corpo dell’edificio, sopraelevato rispetto al piano stradale, e vediamo che per entrare dobbiamo scendere “sotto” la chiesa!
Quasi un percorso di umiltà e di elevazione. Il fedele si abbassa, ma poi risale verso l’aula e il presbiterio.
Dalla semioscurità dell’ingresso verso la luce chiara, diffusa, che illumina tutto l’ambiente superiore. E dopo l’incontro con la luce filtrata dai vetri bianchi, i fedeli escono direttamente alla luce aperta del giorno, scendendo dalla scalinata inclinata che preannuncia la chiesa.
Un percorso brevissimo, ma emozionante, carico di significato. E tutto intorno una estrema semplicità, una bellezza che si nutre di essenzialità.
Intorno alla Chiesa di Vetro… altra bellezza
Circonda la chiesa un muro di ciottoli di fiume a vista, che ospita una Via Crucis straordinariamente intensa, opera di Gino Cosentino, come le formelle in terracotta della Via Crucis interna.
Le formelle di pietra sul muro presentano volti e figure appena sbozzati, che suscitano impressioni forti.
La torre campanaria, adiacente ma staccata dalla chiesa, è un traliccio composto da cinque parallelepipedi vuoti in acciaio, che lasciano vedere una scala elicoidale centrale.
Una eterea chiesa di vetro affiancata da una torre di metallo e circondata da un muro di solide pietre. Un accostamento insolito e di grande impatto estetico ed emotivo.
Per arrivare alla Chiesa di Vetro di Baranzate
via Conciliazione, 24
tel. 02 3560666
Baranzate
Da Milano con la linea 1 della Metropolitana (linea Rossa) si raggiunge la fermata Qt8, capolinea dell’autobus n. 560 per Arese, che arriva a Baranzate dopo pochi minuti.
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