Sono ritornata a CityLife per rivedere i nuovi edifici residenziali Hadid e Libeskind e le ormai famosissime Tre Torri.
Anche se l’avevo già visto, questo nuovissimo quartiere di Milano è riuscito ad affascinarmi ancora, anche grazie alla visita guidata da Marta, architetto di ScoprireMilano, che ci ha spiegato i complessi accorgimenti tecnici e fatto notare le particolarità delle costruzioni.
Nella piazza che mette in relazione i tre grattacieli, famosi per il loro disegno tanto ardito che sembra sfidare le leggi della statica, arriva comodamente la linea 5 Lilla della metropolitana (fermata Tre Torri), ma Marta ci ha volutamente dato appuntamento alla fermata Portello per raccontarci la storia e l’evoluzione del vecchio centro produttivo dell’Alfa Romeo (vi ricordate il film Rocco e i suoi fratelli, di Luchino Visconti?).
Qui sorgeva la vecchia Fiera Campionaria di Milano, di cui rimane un padiglione, demolita tra il 2007 e il 2008 per fare posto al progetto CityLife, che comprende anche un parco pubblico e che nel suo complesso diventerà una delle più grandi aree pedonali europee con circolazione delle auto esclusivamente interrata.
Le volute dinamiche, un po’ inquietanti, di un capannone accompagnano il nostro ingresso nella zona di CityLife, costeggiando l’area dell’asilo nido del nuovo quartiere.
Basse casette in legno, rese ancora più minuscole, quasi fiabesche, dalla vicinanza con gli spigolosi edifici residenziali Libeskind e con quelli dalle più morbide linee disegnati da Zaha Hadid, due degli architetti che con Isozaki hanno dato il nome alle Tre Torri, gli avveniristici e bellissimi grattacieli che caratterizzano l’intero progetto di CityLife.
Altissimi “spilloni” colorati, sormontati da forme d’uovo e infissi su un planisfero terrestre, invitano i ragazzini a correre all’interno di quella che è l’installazione Coloris di Pascale Marthine Tayou.
Altre opere d’arte contemporanea sono disseminate a CityLife, dal muro in metallo che costeggia il cantiere, dipinto con ombre d’alberi racchiuse dal filo spinato che con il sole dialogano con le vere ombre degli alberi,
alle bocche delle “vedovelle”, le vecchie fontanelle milanesi che al posto del tradizionale drago ospitano gli animali fantastici di Serena Vestrucci,
alla “fermata d’autobus” che invita a riflettere con messaggi che scorrono sul display.
Ė Daily Desiderio, il “testamento” di Riccardo Benassi che si è impegnato a trasmettere un messaggio nuovo per ogni giorno della sua vita. Dopo la sua morte, i messaggi ricominceranno in loop.
I tre grattacieli di CityLife: il Dritto, lo Storto e il Curvo.
Il Dritto, cioè la Torre Isozaki, con i suoi 50 piani è alto 209 m. Il secondo grattacielo più alto d’Italia, dopo quello di Unicredit di piazza Gae Aulenti, sempre qui a Milano.
Mi piace molto, lo trovo molto elegante, con la sua facciata suddivisa di 6 piani in 6 piani in fasce bombate con un effetto vela che spezza i riflessi con un bell’effetto ottico.
I tiranti che sembrano sorreggerlo hanno lunghezze e inclinazioni diverse per smorzare l’effetto oscillatorio impresso da venti particolarmente forti che ai piani più alti potrebbero farlo oscillare oltre gli attuali 20 cm. (è stato calcolato che senza tiranti il grattacielo potrebbe oscillare fino a 1 metro!).
Lo Storto, come viene indicata la Torre Hadid per il suo andamento fortemente tortile, è veramente strabiliante.
Non mi stanco mai di guardarlo da ogni angolatura. Può dare un senso di vertigine ma anche di fascinazione.
Al suo interno ha una seconda superficie perfettamente verticale, per annullare il senso di torsione per chi lo abita. Con i suoi 44 piani raggiunge i 177 metri.
Per il momento è il grattacielo più spettacolare.
La Torre Libeskind, il Curvo, è ancora in fase di costruzione, ma già si preannuncia di sicuro effetto estetico.
Per aumentare la sua staticità, i grossi pilastri a vista che lo sorreggono sono in acciaio riempito di cemento con all’interno del ferro.
Le residenze Hadid e Libeskind di CityLife
Intorno al parco di CityLife le residenze Libeskind e Hadid dialogano con il tessuto urbano circostante pur nella diversità dei loro stili.
Spigoloso e spezzato, dalla dinamica verticale quello Libeskind, con edifici che terminano con ultimi piani fortemente asimmetrici.
Le residenze Hadid danno un’impressione di maggiore equilibrio estetico, anche se osservandoli meglio mi sono accorta di quanto le facciate siano fortemente disuguali, con le finestre che non corrispondono agli spazi interni, come ci ha fatto notare Marta.
Lo Shopping Center di CityLife
Posto su tre livelli, al secondo livello ospita un bellissimo spazio centrale con postazioni in stili diversissimi per lavorare, studiare e chiacchierare.
Mi è proprio venuta voglia di portare qui il mio portatile e lavorare in allegra condivisione!
E per finire?
Una visita a CityLife deve dare attenzione ai particolari di questo stupefacente complesso.
- Dall’uso della pietra chiara della pavimentazione del parco (per diminuire il calore),
- al disegno circolare del pavimento di fronte alla torre Isozaki (il cerchio non privilegia nessuna direzione, raccordando tutte e tre le torri) che utilizza i sampietrini, le tipiche pietre milanesi,
- alle sottili canaline di raccolta dell’acqua, quasi un leggero disegno estetico sulla pavimentazione.
Altri particolari?
- L’asse direzionale che dalle torri corre verso la statua di Verdi in piazza Buonarroti e quello tra le residenze Hadid che porta l’occhio verso Santa Maria delle Grazie.
- La nuova fontana a specchio d’acqua dove si riflettono gli edifici Hadid, messa in asse con quella tradizionale che lancia in aria i suoi zampilli nel parco dove giocano i ragazzini.
E tanti, tanti altri accorgimenti tecnici ed estetici.
Impossibile descriverli tutti, ma Marta ve li racconterà con passione.
Per conoscere il programma di visite architettoniche a Milano e dintorni
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