Le immagini delle slides di copertina sono prese dal sito www.tempiettolongobardo.it
Questo post è parte di I tesori di Cividale
Finalmente arriviamo al Tempietto Longobardo!
Già cappella di palazzo della corte longobarda nell’ottavo secolo, è “nascosto” all’interno del più tardo monastero di Santa Maria in Valle.
Nel chiostro continuano gli scavi per riportare alla luce le testimonianze di San Giovanni in Valle della prima metà del VII secolo, antica chiesa della nobiltà longobarda nelle cui tombe sono stati rinvenuti oggetti raffinati e di grande bellezza.
Attraversiamo il piccolo museo che anticipa il Tempietto, dove domina stupenda una grande croce dell’ottavo-nono secolo, dall’anima di legno, ricoperta in lamina d’argento con dorature e lavorata a sbalzo.
Struggenti, nella loro pacata dolcezza, le espressioni di Maria Dolente e San Giovanni Evangelista Dolente, delicate e filiformi statue lignee del primo Duecento.
Ecco il Tempietto Longobardo! Un po’ emozionati ci fermiamo sulla soglia per prolungare la meraviglia e il godimento della sua bellezza. Austera e incredibilmente intatta.
Immediatamente lo sguardo è catturato dalle grandi figure femminili di sante e martiri, che sovrastano lo spazio dell’unica navata. Sembra incredibile che siano originali. Bellissime, in stucco bianco, con ricchi drappeggi e ornamenti hanno mantenuto inalterato nei secoli un fascino solenne ed enigmatico, un po’ algido.
Poggiano su una decorazione a traforo con motivi a fiori, che un tempo correva tutto intorno alla sala, sopra un arco finemente decorato con tralci di vite (simbolo dell’Eucarestia) che racchiude un affresco, purtroppo molto rovinato, con un Cristo benedicente sopra la porta di ingresso dell’oratorio.
Quello che possiamo vedere è solo una parte della ricchissima decorazione originaria con affreschi, stucchi e statue tutto intorno alla sala e colonne affiancate alle finestre.
Ora gli stalli trecenteschi del coro, intagliati a foglie ed animali fantastici, coprono lo zoccolo di marmo sottostante agli affreschi, non sempre leggibili, con figure di santi e una Madonna col Bambino tra due Arcangeli, dallo stile molto raffinato.
Siamo soli a godere di questo momento. Sembra che il tempo sia sospeso. In silenzio continuiamo a guardare i visi delle sante, che sembrano custodi di una realtà che trascende la nostra esperienza comune.
Img: www.tempiettolongobardo.it
Avanziamo un poco, sotto il presbiterio sorretto da colonnine. Sulla volta centrale affreschi trecenteschi, come quelli ancora visibili sulle pareti del Tempietto.
Un grande Cristo benedicente in Gloria è accompagnato da scene dell’Adorazione dei Magi e da figure di Santi. Tra loro una giovane donna interamente ricoperta da lunghissimi capelli biondi che la rivestono fino ai piedi.
Iniziano ad entrare altri visitatori. E’ tempo di lasciare questo incanto.
Uscendo notiamo due piccole lastre di marmo ancorate al muro, dalla forma curiosa di battenti di porta. Sono proprio belle, così coperte di decorazioni. Non sappiamo cosa siano, ma ci piacciono e le fotografiamo.
Più tardi sapremo che sono frammenti di epoca longobarda, poi utilizzati per un sarcofago medioevale, la “tomba di Piltrude”, che la leggenda vuole fosse una badessa, fondatrice del monastero di Santa Maria in Valle.
Gli storici non sono d’accordo con questa bella storia, ma per la tradizione le spoglie di Piltrude sono state conservate proprio in quel sarcofago. E contro tradizioni e leggende … è inutile argomentare!
Ci aspettano ancora altri capolavori longobardi, assolutamente imperdibili. Entriamo al Museo Cristiano , di fianco al Duomo. L’Altare di Ratchis e il Battistero di Callisto si presentano subito, appena entrati nella sala, con la loro bellezza “prepotente”.
L’altare fu voluto da Ratchis, duca del Friuli e poi re d’Italia, che lo fece costruire in onore del padre Pemmone. E’ un grande blocco di marmo bianco scolpito con scene di Cristo in trono tra due cherubini, dentro una mandorla sorretta da quattro angeli. Ai lati scene della Visitazione e l’Adorazione dei magi.
Le figure sono potenti, barbariche. Neppure il viso della Madonna e del Bambino esprimono dolcezza e tenerezza. I grandi occhi evidenziati danno inquietudine.
Il nostro sguardo, catturato in un primo momento dall’altare di Ratchis, lo oltrepassa e si fissa sul battistero, a immersione. Lo fece costruire Callisto, il primo patriarca di Aquileia nell’ottavo secolo.
E’ bellissimo. Di una bellezza diversa da quella dell’altare. Ci affascina subito con le sue linee eleganti e le proporzioni che gli danno grazia ed armonia. Il marmo bianco aumenta il senso di leggerezza. Dalla vasca ottagonale salgono otto colonne con capitelli a foglie di acanto, unite da altrettanti archi decorati con figure di animali. I gradini all’interno della vasca, anch’essi di marmo come il pavimento, con la loro forma danno un senso di accoglimento.
Le ombre sui muri giocano con la corporeità del battistero, in un continuo rimando di forme e allusioni, creando la sensazione di una realtà estranea a quella della sala.
Alle pareti frammenti marmorei dalle complicate decorazioni ispirate a simboli del sole e biblici: il serpente, i tralci d’uva. I disegni nel marmo, le spire, le volute, gli intrecci, i simboli ispirano un senso di mistero ammantato di grande bellezza.
Uscendo ci accorgiamo che l’altare di Ratchis sembra muoversi! La figura del Cristo sembra animarsi…
E’ un effetto ottico. Stanno proiettando sulla lastra centrale i colori originali con cui era dipinto il marmo. Dapprima l’aureola del Cristo, poi il suo viso poi, lentamente, tutta la lastra ritorna ai colori che videro i fedeli longobardi.
Fuori dalla sala, prima di salire a visitare le collezioni del piano superiore, affiancato da preziosi oggetti di oreficeria sacra, troneggia imponente l’antica cattedra patriarcale, in marmo. Dal 1077 ventisei Patriarchi di Aquileia ricevettero la solenne investitura seduti su questo trono.
Ci spiace lasciare queste sale e le emozioni che ci hanno dato queste testimonianze della civiltà e dell’arte longobarde. Ma, come ci ricorda uno striscione all’entrata del museo, i longobardi hanno lasciato tracce anche in tante altre città italiane. Tutte da visitare!
Il Museo Cristiano e Tesoro del Duomo
Via Candotti, 1 Cividale del Friuli
Tel . 0432 730403 info@mucris.it
Orario di apertura:
dal mercoledì alla domenica dalla 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00
Per altri giorni e visite guidate (solo per gruppi di minimo 5 persone): su prenotazione il giorno prima della visita tel. (+39)349.3541668
Biglietto intero euro 4,00
Per i residenti a Cividale del Friuli ingresso gratuito.
Sono disponibili biglietti comulativi per visitare il Tempietto Longobardo, il Museo Cristiano del Duomo e il Museo Archeologico Nazionale.
Seguici su Facebook e su Instagram
cercando vagabondiinitalia.it troverai altre foto dei nostri “vagabondaggi”.