Sì, Corenno Plinio, borgo su un promontorio a picco sul lago di Como, è conosciuto anche così: il paese dai mille scalini. E io li ho fatti!
Non proprio tutti, naturalmente. Ma una buona parte. E ne vado orgogliosa, anche perché sono decisamente ripidi e quando dalla Via di Mezzo, avendo già sceso una buona parte dei “mille” scalini (altrimenti come fa a essere in “mezzo” se non si trova a metà delle scale?), guardavo in basso verso il lago, vedevo altre discese ripide che poi, immancabilmente … avrei dovuto risalire!
Gli scorci tra le arcate di pietra sopra gli stretti passaggi tra le case erano proprio molto belli, suggestivi. Come facevo a non infilarmi dentro quelle viuzze che altro non erano se non una lunga serie di scalini scavati nella roccia del promontorio? Però l’idea di doverli risalire tutti frenava, e non poco, il mio entusiasmo.
E invece, passo dopo passo, sono scesa e poi risalita senza fatica, felice di non avere rinunciato a godere della bellezza dell’affaccio sul lago delle sue case, strette le une alle altre nel dedalo delle sue viuzze.
Corenno Plinio offre molte sorprese. Tutte spettacolari.
L’ “entrata” del piccolo paese è un semplice slargo che si affaccia sulla strada provinciale che da Dervio porta a Dorio in direzione di Colico, costeggiando l’abside della sua chiesa e il retro del castello, costruito nel XIV sec. su resti di fondazioni romane.
Un colpo d’occhio che conoscevo bene, perché avevo percorso diverse volte quell’ultimo tratto del Sentiero del Viandante, che costeggia tutto il lato lecchese del lago fino alla sua estremità a nord. Però quando arrivavo a Corenno Plinio ero già stanca e desiderosa di raggiungere Dorio dove avrei aspettato il treno per il ritorno, quindi mi ero sempre limitata a guardare quel castello pensando che, un giorno o l’altro, mi sarei fermata o, addirittura, sarei venuta apposta fin qui solo per visitarlo.
Così un giorno, volendo fare una gita tranquilla che non mi impegnasse nella programmazione mentre già stavo pensando a itinerari più lunghi e impegnativi (e prima che queste magnifiche fantasticherie venissero bruscamente interrotte dalla quarantena), ho deciso: Vado a Corenno Plinio!
Detto fatto. Scendo alla stazione di Dervio e dopo una breve passeggiata ecco spuntare appaiati il campanile della chiesa dedicata a San Tommaso di Canterbury e la torre del castello-recinto, una fortezza in grado di accogliere la popolazione del borgo in caso di attacco nemico.
Arrivata alla chiesa mi aspetta una sorpresa. Addossati al muro del castello e alla facciata della chiesa mi appaiono tre magnifici monumenti funebri della famiglia dei castellani, i conti Andreani che ottennero Corenno in feudo nel 1277. Quasi coevi (hanno una datazione tra l’inizio e l’ultimo quarto del XIV secolo), mantengono elementi comuni come il baldacchino in pietra, l’alternanza ornamentale di marmi bianchi e neri e la presenza della figura del Cristo, ma anche un significativo cambiamento di stile, passando dal romanico al gotico e al gotico fiorito. Resto a guardarli a lungo, ammirata e un po’ incredula. In effetti sono esempi unici in tutta la zona lariana.
Il belvedere sul lago
Uscendo dalla chiesa, dove riesco a distinguere i lacerti di affreschi votivi, mi infilo in un sentiero che costeggia lo sperone di roccia su cui sorge il castello fino a un belvedere fantastico, da dove la vista spazia sul lago e i suoi monti senza interruzioni.
Dei cartelli posizionati tutto intorno aiutano a distinguere sull’altra sponda i castelli di Rezzonico e di Musso con la sua chiesa di Sant’Eufemia e quella di San Bernardo sopra il borgo, antico riparo per i viandanti.
Il belvedere in realtà è un grosso masso tondeggiante, sul quale bisogna salire per raggiungere il bordo di questo straordinario belvedere naturale. In mezzo un vecchio cannone mi ricorda che sono lungo la “Linea Cadorna”, costruita per difendere l’accesso ai paesi del lago durante la Prima Guerra Mondiale e per fortuna mai utilizzata. Dato il suo scopo di prevenire attacchi è situata nei punti da dove è possibile avere la visione più ampia possibile sul lago. Fantastici punti panoramici da tenere presenti volendo organizzare una gita.
Una curiosità
Mi ero sempre chiesta perché Corenno Plinio si chiamasse così.
Corenno diventa Corenno Plinio solo nella seconda metà ‘800 in onore di Plinio il Giovane, scrittore e magistrato romano del I sec. d.C., nato a Como e che pare avesse scelto di farsi costruire una villa in questi luoghi. Come dargli torto?
Il castello di Corenno Plinio
Il castello, sulla cui porta di ingresso è ancora visibile lo stemma dei conti Andreani, è proprietà privata ed è visitabile con visite guidate prenotatili alla biblioteca di Dervio biblioteca@comune.dervio.lc.it
Come arrivare a Corenno Plinio
A Dervio e a Dorio si fermano solo alcuni treni della linea che da Lecco arriva a Colico.
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