Come vi raccontavo in In montagna in sicurezza con il C.A.I. , mentre sto organizzando due o tre viaggetti che già so che mi piaceranno moltissimo (ma ve ne parlerò solo quando saranno già più definiti) non vedo l’ora di passare qualche giorno completamente immersa nella natura.
Questo lunghissimo periodo di isolamento, anche se ho già approfittato di qualche gita fuori città, ha accentuato il mio bisogno di movimento ma soprattutto di aria aperta.
Ho pensato di dedicare questa estate alle escursioni in montagna (quelle che posso fare io, che non sono certo escursioni per esperti!) e di rimandare il piacere del mare a settembre.
Avevo però un dubbio. Come saranno questa estate i rifugi di montagna? Rimarranno aperti? Si potrà ancora mangiare tutti insieme in quella inconfondibile atmosfera che me li fa amare tanto?
Le norme di sicurezza e il divieto di assembramento incideranno sicuramente. Ho però saputo che il C.A.I. ha provveduto a consegnare ai gestori un kit anticovid con un apparecchio per sanificare gli ambienti e renderli così sicuri per gli ospiti.
Ne volevo sapere di più, naturalmente, e ho chiesto qualche informazione a Giacomo Benedetti, presidente della Commissione Rifugi del C.A.I. anche in merito al bel progetto Scopriamo nuovi sentieri che vuole avvicinare sempre più persone ai percorsi in montagna.
Dall’inizio di questa stagione estiva il C.A.I. sta proponendo nuovi percorsi in montagna. Con quale scopo?
Stiamo cercando di incentivare la diversificazione delle scelte evitando, per quanto possibile, le mete presumibilmente più affollate. Questo per evitare concentrazioni di persone, favorire il distanziamento fisico ed evitare di sottoporre il territorio e l’ambiente a stress eccessivi. In Italia la rete sentieristica è molto articolata ed offre innumerevoli possibilità escursionistiche. Dalle semplici passeggiate ai trekking più impegnativi. Una scelta ragionata e consapevole può regalare grandi soddisfazioni anche in luoghi meno conosciuti.
Lei prevede un aumento delle persone che sceglieranno la montagna per le ferie estive?
Certamente! La montagna è da sempre considerata, non sempre a ragione, un luogo immune da inquinamenti ed infezioni. Una sorta di Eden in cui trascorrere la vacanza salutistica. Inoltre, la montagna offre la possibilità dell’escursione in giornata ed a costi contenuti generando il fenomeno del turismo pendolare con delle ricadute non sempre positive sul territorio che lo accoglie. Pensiamo alla viabilità, ai parcheggi ed alla logistica già sottodimensionata rispetto alle normali esigenze e sicuramente organizzata per gestire correttamente i grandi flussi.
Un aumento di persone sui sentieri di montagna cosa può comportare in termini di sicurezza non solo igienica?
L’aumento esponenziale della frequentazione dei sentieri e dei rifugi, se non correttamente gestito ed indirizzato, può stressare il “sistema montagna” mettendolo in forte crisi, al limite del collasso. Questo sia in termini di sicurezza, di ambiente e di ospitalità. Molti inizieranno a frequentare la montagna impreparati e senza esperienza, spesso da soli, esponendosi, inconsapevolmente, a tutti i rischi tipici dell’attività in ambiente. A questo bisogna aggiungere la ricaduta sull’ambiente dovuta all’eccessiva antropizzazione. Per questo motivo l’attività di formazione/informazione svolta dal CAI ha, in questo periodo, una valenza maggiore. Lavorare per frequentare la montagna in modo consapevole, preparato e sicuro è da sempre uno degli obbiettivi del CAI.
Come vede la frequentazione dei rifugi di montagna in un periodo come questo, dove sono necessarie particolari misure igieniche e di distanziamento tra le persone? Che misure avete preso al riguardo?
Purtroppo, la condivisione e la “sana” promiscuità, prerogative del Rifugio CAI, hanno subito un rigoroso ridimensionamento che rischia di comprometterne l’anima e lo spirito. Sta prendendo piede il consumo dei pasti in modalità take away. Gli spazi dei rifugi sono stati riorganizzati, la ricettività drasticamente diminuita e la prenotazione resa obbligatoria. Un modo diverso di vivere il Rifugio senza però dimenticarne i valori ed i presupposti sottostanti che lo hanno, da sempre, caratterizzato.
Grazie Giacomo Benedetti! Tutti noi speriamo che presto si possa ritornare a godere della calda ospitalità dei rifugi senza le limitazioni che ne compromettono il piacere della condivisione amichevole.
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