Molte volte, nei nostri vagabondaggi, abbiamo avuto dei “colpi di fortuna”, quelli che permettono di trovare inaspettati piccoli “tesori”.
E’ successo anche di recente. Due nostri amici ci hanno invitato a visitare l’oratorio romanico di San Remigio a Verbania, sul Lago Maggiore. Costruito tra il 1000 e il 1100, forse come cappella di un castello ora scomparso (ma il suo ricordo rimane nel nome della località Castellazzo), conserva interessanti affreschi che ci sarebbe piaciuto molto vedere. Impresa alquanto difficile: i nostri amici, che frequentano da anni la zona, non erano mai riusciti a trovare aperta la cappella. Non importa, ci saremmo accontentati di ammirare la costruzione esterna, suggestiva nel suo isolamento.
Arrivati, troviamo una incredibile sorpresa: inaspettatamente la cappella, solitamente chiusa, è aperta! E davanti a noi i meravigliosi cicli di affreschi dell’abside maggiore.
Risalgono al 13° secolo, ma sono ancora influenzati da uno stile più antico.
Spostata rispetto al centro dell’abside (dove si apre una finestrella monofora), si può intravedere la figura di Cristo in posizione seduta e dalla tunica azzurra, circondato dalle figure erette degli apostoli, identificabili dai nomi riportati sotto ognuno di loro. Le lunghe dita delle mani e dei piedi rimandano all’arte bizantina.
Mi colpisce la posizione dei piedi (comunque tipica delle figure bizantine), sovrapposti e incrociati gli uni agli altri.
Mi comunica un senso di forte coesione spirituale, quasi un appartenere gli uni agli altri. Ma si tratta, beninteso, solo di una sensazione personale. Una di quelle emozioni irrazionali che l’arte inaspettatamente comunica.
Apparentemente non allineato rispetto alla posizione delle figure degli apostoli e del tutto isolato dagli altri affreschi, in uno spazio reso “vuoto” dalla perdita delle pitture, spunta un occhio. Inquietante.
Sotto questo corteo, il ciclo dei mesi, più rovinato, di cui restano insieme a pochi visi ciuffi d’erbe, fiori, spighe di grano. E una colomba che spicca il volo. Quasi il trionfo della vita sulla distruzione portata dal tempo.
L’abside minore riporta la Maestà di Cristo attorniato da due angeli. Uno forse è San Michele, che ancora impugna una lancia per trafiggere un drago, ormai “fuggito” da secoli. Dall’altro lato della piccola monofora, da cui entra una luce forte che oscura i dipinti, semicancellato dal tempo un orante rimane inginocchiato. Probabilmente il facoltoso committente degli affreschi, secondo l’uso del tempo.
Nella navata affreschi posteriori di ispirazione mariana, una Pietà e un San Remigio, il vescovo di Reims che fu apostolo dei Franchi nel Vi secolo.
A un lato del presbiterio un’ara votiva romana, un tempo utilizzata come sostegno all’altare e riadattata per conservare reliquie.
Usciamo dall’oratorio con impressa negli occhi la bellezza di secoli di devozione e di fede. Non ci resta che dare un ultimo sguardo all’esterno del campanile e delle absidi, con i loro giochi di colori dei mattoni e delle pietre.
Oratorio di San Remigio
Via S. Remigio, 20, 28922 Verbania VB Località Castagnola.
Da via Vittorio Veneto lungo il lago prendere via Alla Castagnola, girare a destra in via Al Collegio fino alla Salita San Remigio, da seguire a destra fino all’oratorio, costeggiando la parte posteriore (rispetto all’ingresso) dei giardini di Villa Taranto.
Per non rischiare di trovare chiuso l’oratorio è consigliabile telefonare alla Parrocchia di S. Leonardo, tel. 0323.502402
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