La cultura di Golasecca di derivazione celtica si è sviluppata nel nord Italia, tra i fiumi Po, Serio e Sesia fino ai valichi alpini. Nell’area vicino al Ticino, nella zona di Monsorino, sono ancora visibili i cosiddetti “Cromlech”, allineamenti di pietre che circoscrivono le tombe.
Qui all’inizio del XIX secolo sono stati ritrovati resti importanti per lo studio di questa cultura protostorica sviluppatasi alla fine dell’età del bronzo (IX-IV secolo a.C.).
Visitare l’area archeologica di Monsorino è molto facile e può costituire una piacevolissima passeggiata lungo il Ticino e tra i boschi.
Arrivati a Sesto Calende, si percorre il lungofiume lasciando alle spalle il ponte della ferrovia e tenendo il fiume alla propria destra. Giunti in prossimità del campeggio Gabbiano, dopo circa 3 km dal centro di Sesto Calende, si svolta a sinistra sotto il ponte dell’autostrada, seguendo l’indicazione “Tombe preistoriche del Monsorino-Cromlech (800-600 a.C.)” .
Il sentiero si inoltra tra i boschi fino a raggiungere sulla sommità di una piccola altura la zona archeologica della cultura di Golasecca. Qui sono ancora chiaramente visibili le “recinzioni” di pietre che delimitavano le sepolture a fossa, dove sono state ritrovate le urne contenenti le ceneri del defunto, accompagnate dal corredo funebre: ceramiche, oggetti in bronzo e ferro.
La solitudine della zona, il suo trovarsi immersa nei boschi, la visione delle pietre che delimitavano le tombe di Golasecca e che ancora conservano la loro posizione antica di millenni, danno un’emozione difficile da descrivere. C’è solo da sostare in silenzio e lasciare scorrere i pensieri nella pace un po’ irreale del luogo.
Diversi sentieri (alcuni parte del Sentiero Europeo E/1 d’unione tra il nord Europa e il Mediterraneo centrale) conducono inoltrandosi e “perdendosi” nel bosco, fino a una radura e poi di nuovo in riva al fiume.
Da qui a Sesto Calende dove, se si ha fortuna, si può trovare aperto il Civico Museo Archeologico, dove sono esposti gli oggetti ritrovati nella necropoli di Golasecca.
Noi non abbiamo ancora avuto questa fortuna, benché avessimo tentato la visita per due volte. La prima volta il museo era chiuso per ferie (nel bel mezzo della stagione turistica estiva!); la seconda volta, nonostante uno scambio di telefonate e di assicurazioni sull’apertura del museo e di “conferme” sugli orari di visita e nonostante avessimo fatto presente che saremmo andati a Sesto Calende espressamente per visitarlo, lo abbiamo trovato inesorabilmente chiuso.
Inutile anche scrivere, chiedendo spiegazioni al comune di Sesto Calende e al museo. Nessuna risposta. Buona fortuna per chi volesse tentare…
Curiosità
Pare che il nome Golasecca derivi dalle caratteristiche del territorio, all’epoca un insieme di ghiaioni.
Per conoscere un po’ di più la cultura di Golasecca
Una piccola parte dei ritrovamenti della cultura di Golasecca avvenuti a fine ‘800 nella zona del Ticino sono conservati a Castelletto Ticino presso la biblioteca civica. Nel Parco Comunale Giovanni Sibilia sono visibili alcune tombe.
Altri reperti sono conservati nei Musei civici di Legnano e nella sezione Preistoria delle raccolte del Castello Sforzesco di Milano.
Seguici su Facebook e su Instagram
cercando vagabondiinitalia.it troverai altre foto dei nostri “vagabondaggi”.