A Moresco, il “mio” bellissimo paese nelle Marche

da | Mar 24, 2018

Apriamo la cartina delle Marche per stabilire l’itinerario del nostro prossimo vagabondaggio e subito ci salta all’occhio il nome Moresco! Sì, proprio il mio cognome. In provincia di Fermo un paese delizioso, quasi rannicchiato su un’altura, ha il mio stesso nome. Naturalmente non possiamo non andare a conoscere il “mio” paese!

Lungo la strada che ci porta a Moresco ci fermiamo a guardarlo, sullo sfondo delle colline marchigiane. È incantevole: piccolissimo, con un’alta torre dai merli ghibellini (quelli che mi piacciono di più, divisi in due a coda di rondine) e dalla forma un po’ speciale, a sette lati.

Il paese di Moresco nelle Marche veduta aerea

Veduta aerea di Moresco con lo sfondo del mare – Img. di Amato Mercuri

Merita davvero di essere inserito tra i Borghi più belli d’Italia !

Che bello il “mio” paese!

Mi sento quasi la feudataria del “mio” castello, e mi faccio fare una foto ricordo all’entrata del “mio” paese, orgogliosa che sia così bello!

All'entrata di Moresco

Ma si chiama proprio come me !

Entriamo a Moresco per una strada leggermente in salita che ci porta sull’unica piazza, molto suggestiva, delimitata da case e palazzotti antichi e sovrastata dalla torre che domina, controllandola, la Valle dell’Aso, che dai Monti Sibillini scende al mare.

Ci hanno detto che dalla cima della torre, se la giornata è particolarmente limpida, si possono vedere il monte Conero, il Gran Sasso e perfino le coste albanesi.

L’antica campana del ‘500 fa ancora risuonare i suoi rintocchi, così come quella della Torre dell’Orologio, sopra la porta da cui siamo entrati.

Vista della torre dalla piazza di Moresco

Un paese antico e dal nome che non si da da dove venga

Il borgo ha origini molto antiche, forse deriva da centri fortificati di epoca romana e poi longobarda. In epoca medioevale la sua costituzione in feudo è attestata fin dal 1083, anno in cui viene citato il suo castello e da documenti che riportano il nome di Tebaldo, conte di Moresco.

Ma il suo nome, Moresco, da dove proviene? Naturalmente eravamo molto curiosi di saperne l’origine.
Purtroppo non ci sono fonti sicure. Che derivi da un antico toponimo che indica il terreno roccioso su cui è costruito il castello? O dal nome di una famiglia di signori del posto?

La piazza di Moresco

La piazza di Moresco

Ci sono anche altre teorie, che a noi sono piaciute di più. Al tempo delle incursioni saracene lungo la costa adriatica, un gruppo di pirati (i Mori, per l’appunto), si sarebbe spinto fino nell’entroterra, dando il nome al posto dove si sarebbero fermati.

Oppure, furono gli abitanti che decisero di fortificare il luogo per difendersi dagli attacchi dei Mori. La gente dei dintorni cominciò a rifugiarsi entro le mura del castello “moresco”, intorno al quale man mano si sviluppò il paese.

Mangiando sotto i portici (o dentro una navata?)

Sulla piazza (che occupa gran parte del borgo entro le mura) i portici di fronte al palazzo del comune sono quello che resta della navata sinistra della vecchia chiesa di Santa Maria in Castro e sui muri resistono pochi residui di affreschi.

Alcuni tavoli apparecchiati li trasformano in una sala da pranzo all’aperto dell’Osteria del Merlo, che si apre a pochi passi di distanza. Il cameriere va e viene frettoloso, attraversando la piazza con i piatti in mano.

Sotto i portici di Moresco

Nessuna esitazione: mangeremo qui, sotto questi portici che sembrano darci un abbraccio caloroso di benvenuto. Poco oltre il nostro tavolo, alcuni uomini siedono con un bicchiere di vino, guardando il poco che accade.

C’è un’atmosfera incredibilmente calma e serena. È forte la sensazione di trovarci realmente fuori dalla realtà che siamo abituati a vivere.

Terminati le tagliatelle e i maccheroncini di Campofilone, una pasta fresca lunga e sottilissima, facciamo (letteralmente) due passi per il paese, per le sue viuzze strette che si aggrovigliano al fondo della piazza, fermandoci a guardare i vecchi portoni e il panorama sulle colline che si apre all’improvviso tra le case, con scorci bellissimi.

Mangiando i maccheroncini a Moresco

Tra maccheroncini (a sinistra) e tagliatelle (a destra) quale scegliere? Che dilemma !

Una indipendenza agognata

Prima di lasciare a malincuore Moresco e la sua pace, è d’obbligo un caffè. Ritorniamo all’Osteria del Merlo e sulla facciata dell’adiacente palazzo comunale leggiamo le lapidi incastonate sul muro sotto lo stemma del paese. Ricordano “l’indipendenza” di Moresco, dopo l’avvenuto accorpamento nel 1868 con Monterubbiano e mai gradito ai suoi abitanti.

Lapide in ricordo dell'indipendenza di Moresco

Purtroppo è un giorno feriale e l’orario è ancora quello di pranzo. Non possiamo entrare in comune per vedere nella sala consiliare la grande Pala della Madonna di Vincenzo Pagani, autore anche degli affreschi sotto i portici.

Un motivo in più per ritornare in questo bellissimo angolo delle Marche. E poi Moresco è anche un po’ il “mio” paese. O no?

Affreschi sotto i portici della piazza di Moresco

Arrivederci nel “mio” paese !

Per organizzare una visita o (meglio) un breve soggiorno a Moresco

Ufficio Informazioni Turistiche
presso il Comune P.zza Castello 15
orario 9.30 – 12.30
tel 0734-259983   turismo.moresco@ucvaldaso.it

 Come si arriva a Moresco?

In treno fino a Porto S. Giorgio-Fermo  www.trenitalia.it
Da Fermo a Moresco con le autolinee Trasfer.

Pala della Madonna di Vincenzo Pagani a Moresco

L’immagine di copertina è tratta dal sito I Borghi più belli d’Italia

 

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