Una giornata (finalmente) di primavera, un paesaggio incantevole e un inizio di gita divertente. È quello che abbiamo avuto cercando, fra montagna e lago, l’oratorio di San Fedelino.
Piccolissimo, quasi nascosto su uno spiazzo stretto tra i massi di una cava di granito e le acque del piccolo lago di Mezzola.
Un allargarsi e impaludarsi del fiume Mera, più che un vero lago, poco oltre il punto dove il lago di Como finisce, restringendosi appena sotto il Pian di Spagna.
La storia di San Fedelino, quella del santo e quella del suo piccolo oratorio, nasce da leggende tramandate fin dal III d.C. Ci ha conquistati e abbiamo deciso di “andare a vedere”.
Oggi il luogo è appartato, raggiungibile o attraverso un faticoso percorso di montagna che termina scendendo ripidissimo sui massi di una antica cava di granito,
o con una passeggiata molto più agevole tra i boschi che da Novate Mezzola risale il Mera fino a un ponte per poi ridiscendere sull’altra riva fino a San Fedelino, che sbuca all’improvviso, acquattato sull’ultimo tratto prima che il fiume si allarghi nel laghetto di Mezzola.
È possibile, e molto più agevole, arrivare anche con una barca a motore da contattare a Dascio.
Noi abbiamo scelto una quarta via. Decisamente più divertente. Abbiamo contattato a Novate Mezzola il custode dell’oratorio e abbiamo attraversato il Mera con lui, sulla sua vecchia barca. Dal fondo piatto, come tutte le barche del lago, e non proprio a tenuta stagna.
Ma nessun problema, prima della partenza è bastato togliere dal fondo l’acqua che era filtrata dalle assi ed eccoci pronti alla partenza.
San Fedelino è proprio di fronte a noi, con il suo biancore incastonato nel verde della montagna e del fiume.
Ma qual è la storia di San Fedelino?
Un tempo sulla riva sulla quale si trova San Fedelino passava la principale via di comunicazione tra Milano e il passo dello Spluga, che in epoca romana permetteva di raggiungere le provincie retiche e danubiane.
E al tardo impero romano risale la vicenda del martire Fedele, che la tradizione vuole essere stato un soldato della Legione Tebea, formata da egiziani convertiti al cristianesimo. Una legione di 6.600 martiri, fatti sterminare alla fine del III secolo d.C. dall’imperatore Massimiano dopo il loro rifiuto di massacrare i contadini cristiani del Vallese, in rivolta contro il potere imperiale.
Sfuggito in un primo momento all’esecuzione (e qui la tradizione si arricchisce di nuovi sviluppi, a volte discordanti), Fedele fu poi raggiunto ed ucciso dove, sempre secondo la tradizione, sorge ora l’oratorio di San Fedelino, nel cui pavimento è visibile il luogo dove furono ritrovati quelli che si crede fossero i suoi resti.
L’oratorio di San Fedelino
Ma le curiosità di San Fedelino non sono finite. Infatti nel piccolo oratorio risalente a prima dell’anno Mille, si entra… solo dai lati.
La facciata, come si intende comunemente, non esiste, addossata com’è alla roccia. Sembra quasi che San Fedelino volga le spalle a chi gli si avvicina, si ritragga, quasi a preservare da un eccesso di attenzione il luogo reso sacro dal martirio del santo.
Le fiancate esterne sono senza decorazione mentre l’abside, sormontata da un piccolo timpano, presenta tre coppie di archetti scolpiti nella pietra, una precoce manifestazione del romanico.
All’interno si leggono dei resti di affreschi che, pur molto danneggiati, emanano una grande solennità.
Su una fascia a motivi geometrici un gruppo di santi sembra preannunciare la gloria di Cristo Pantocratore, che al centro del catino dell’abside è attorniato da angeli adoranti che reggono un drappo rosso.
Purtroppo illeggibili altre scene sulle pareti laterali.
Fissare i volti che emergono dalla penombra quasi a fatica, tentando di resistere contro il disfacimento del tempo, è un’esperienza coinvolgente.
All’esterno, la luce inonda il prato, le montagne, lo scorrere dell’acqua. Ci stendiamo sul prato per lasciare decantare adagio adagio le emozioni e continuare a godere della bellezza di quel piccolo posto incantato.
e per finire la gita a San Fedelino…
Poi, lentamente, ci avviamo al piccolo imbarcadero sul lago, dove aspetteremo la barca che attraverso l’incantevole lago di Mezzola ci porterà a Dascio a gustare pizzoccheri e taroz, golose specialità della Valtellina (vabbé, siamo in Valchiavenna, ma quasi alla confluenza con la Valtellina e le consuetudini alimentari non hanno confini certi, per fortuna).
Noi li abbiamo mangiati all’Albergo Ristorante Del Mera
Frazione Dascio, 11 – 22010 Sorico (CO) – Italy
Tel. 0039 0344 84147 – info@hoteldelmera.com – Chiuso il martedì
Vuoi arrivare a San Fedelino?
Ti proponiamo i due itinerari più comodi per raggiungere San Fedelino
- A piedi
Colico-Novate Mezzola www.trenitalia.it
Da NovateMezzola a Samolaco prendere via Giumello fino al ponte sulla Mera, su strada e proseguire poi, seguendo le indicazioni, con una lunga passeggiata attraverso il bosco fino alla radura di San Fedelino - In barca
Da Colico a Dascio www.asfautolinee.it
Da Dascio in barca
Sig. Gianni tel. + 39 333 7807686
Aperto dall’ 11 marzo al 28 ottobre 2018
sabato, domenica e festivi dalle 14.00 alle 17.00
Ingresso intero: € 1,00
Ingresso ridotto (studenti, gruppi min 10 pax, over 60): € 0,50
Aperture straordinarie: € 20,00
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