Intervista a Sara Bonfili di Travelkeller.com

da | Lug 22, 2019

Nel nostro vagabondare in Italia, ma anche sul web, abbiamo incontrato diversi blogger.

Abbiamo pensato di presentarvene uno, tra quelli con i quali ci siamo sentiti più in affinità, pubblicando l’intervista a Sara Bonfili.

Sara gestisce Travelkeller.com e, dopo aver visitato il nostro vagabondiinitalia.it ne ha scritto una bellissima recensione:  C’era una volta (e c’è ancora) un blog di vagabondi,  che vi linkiamo (ebbene sì, siamo orgogliosi del nostro lavoro !).

vagabondiinitalia.it

recensione di Sara Bonfili a www.vagabondinitalia.it pubblicata su www.travelkeller.com

Ciao Sara, lascio a te il compito di presentarti meglio…

Ciao, mi presento! Sono Sara Bonfili, sono un dottore di ricerca in letteratura italiana, mamma, giornalista culturale, il tutto part-part-time, che cerca di perseverare ancora nel produrre qualcosa di buono e interessante, nonostante questo – l’Italia – sia il paese di santi, navigatori, poeti e meta dei grand-tour, impresso nelle opere d’arte di tutto il mondo, ma dove tempo fa un ministro illuminato ci ricordò che “con la cultura non si mangia”.

E quindi implicitamente che tutti noi che pensiamo di guadagnare con la cultura, e che riteniamo che anzi le imprese culturali, gli stakeholders, le riviste e gli organizzatori debbano pagarci per il nostro lavoro di giornalisti o studiosi o archivisti, siamo dei perdenti.

Al momento, superati i 35 anni e con una professione abbastanza indefinibile posso dire che la cosa non mi mette più in imbarazzo, come qualche tempo fa quando alla domanda “che lavoro fai?” rispondevo “dipende, da dove posso iniziare?” (v. Il Credo freelance).

Allora ti facciamo anche noi la fatidica domanda: “Che lavoro fai?”

Collaboro con la rivista d’arte di Artribune, scrivo su giornali locali, sono una videomaker per necessità e per piacere, e pubblico i miei contenuti nel blog Travelkeller.com .

Parliamo del tuo blog. Quando è nato?

Diciamo che il blog è nato a marzo 2015 come progetto di due amiche, colleghe giornaliste di una webtv che aveva appena chiuso, dgmarche.it, di cui esistono ancora varie testimonianze sull’omonimo canale YouTube.

Avevamo in mente di fare critica militante, di recensire con le nostre lingue taglienti film, libri ed eventi, di mettere un tocco rosa su tutto, di essere “politically uncorrect” . Uno dei primi articoli era un link a un commento della vicenda Charlie Ebdo.

Poi cosa è successo?

Poi una, mamma per prima, ha trovato un lavoro full time e l’altra si è adeguata. Comunque la libertà nella scelta dei contenuti è restata, e il blog si è ripiegato come un buco nero sui miei particolari interessi: jazz, arte e viaggi.

Sono riuscita a tenerlo in vita e anzi a renderlo sempre aggiornato ogni settimana, anche se la promozione sui nuovi social mi ha un po’ resa fuori moda: niente post di mamme a tempo pieno ma assolutamente sponsorizzate e sempre pettinate, niente foto di avocado toast e di pancake, niente selfie, niente promozioni di creme depilatorie o snellenti… Niente finte ricette, niente finti amici, in genere niente finzioni. Gli obiettivi del blog sono innanzi tutto personali.

Seguo i jazzisti perché io stessa suono male e poco il sassofono, mi piace l’arte perché mi riesce molto facile disegnare ma non l’ho mai sfruttata come prima attività, insomma ammiro ciò che io stessa non riesco ad essere! O forse è sempre la mia solita scusa per non impegnarmi troppo.

Ecco forse la speranza è trovare la mia nicchia per poter essere qualcosa di concreto e serio da seguire.

Nonostante anche io mi dedichi alla decrescita, al fai da te e alla creatività, e cerchi generalmente di tenermi in forma per non diventare una mamma depressa… ho scelto di continuare a pubblicare contenuti culturali, ma ho compreso che la pubblicità è l’anima del commercio, e anche io ho iniziato a mettere la faccia nei miei video.

sara bonfili

Ė per questo che hai scelto il web per esprimerti?

Perché la scelta della comunicazione online? Perché l’ho studiata (sono laureata in Editoria multimediale e giornalismo) e il web è immediatezza e libertà, soprattutto commistione di media diversi e di linguaggi che si integrano per poter comunicare al meglio. Però cambia alla velocità della luce e i social networks ci rendono tutti uguali e appiattiti. Siamo schiavi di mercati e tendenze e massificati, semplificati e invece siamo tutti diversi e tutti complessi.

Ecco, vorrei che fosse possibile esprimere in termini semplici e comprensibili a molti la complessità delle persone e dei prodotti delle persone. Vorrei riuscire a fare nel mio piccolo un lavoro che vada a fondo, e forse la mia esperienza sul web ne rappresenta solo una prima fase.

E noi te lo auguriamo, Sara. Buon lavoro!

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