Bellissima la Sardegna. E le sue spiagge? Tanto belle da venire distrutte.
Un paradosso ? No, solo il pericoloso equivoco di chi crede che amare qualcosa significhi impossessarsene, senza pensare al danno che sta arrecando a un patrimonio naturalistico prezioso e fragile.
Le spiagge della Sardegna in pericolo
Ma è possibile impossessarsi di una spiaggia? Certo, se ognuno delle migliaia e migliaia di turisti che ogni anno visitano la Sardegna ritornasse a casa con bottiglie piene di sabbia, di conchiglie, di sassi, cosa resterebbe tra un po’ di anni?
Forse solo il ricordo di quanto erano belle, un tempo, le spiagge della Sardegna (e tutte le altre spiagge del mondo).
Img: materiale sequestrato in aeroporto.
Sardegna rubata e depredata: un ‘iniziativa lodevole
L’allarme è stato lanciato da “Sardegna rubata e depredata”, una iniziativa di alcuni agenti di sicurezza dell’aeroporto di Elmas (Cagliari) che, stanchi di assistere a un saccheggio continuo, hanno dato vita in maniera autonoma a una iniziativa assolutamente meritoria: dopo il loro orario di lavoro prendono tutto il materiale sequestrato in aeroporto e lo riportano sulle spiagge sarde.
La pagina Facebook “Sardegna rubata e depredata”, creata nel luglio 2015, racconta l’iniziativa, pubblica le foto dei saccheggi e raccoglie i commenti dei sostenitori (e di qualche incredibile e ottuso detrattore).
Is Arutas, una preziosa spiaggia di quarzo
Questa incresciosa situazione riguarda in particolare una delle più belle spiagge sarde. La sua “sabbia” è infatti molto rara, preziosa.
Si tratta di Is Arutas, sulla costa occidentale della Sardegna in provincia di Oristano, e fa parte dell’Area marina protetta del Sinis.
Questa bellissima spiaggia è formata da piccoli granelli di colore rosa, bianco e verde chiaro, dovuti all’erosione in mare di un filone di quarzo nei fondali marini. Una meraviglia a vedersi.
Per questo, forse, alcuni turisti sono invogliati a portarsi a casa un “ricordino”.
Ma qualcuno (purtroppo non sono pochi) esagera decisamente e vuole portarsi a casa interi sacchetti e bottiglie pieni dei preziosi granelli di quarzo. Magari per rifornire l’acquario di casa. O per trasformarli in pezzi di arredamento.
Sono così belli, originali e, soprattutto, gratuiti! In fondo sono di nessuno, non è vero?
No, non è assolutamente vero. Sono di tutti, il che è proprio il contrario dell’essere di nessuno. Sono di tutti noi e anche delle generazioni future.
Come tutto il nostro ambiente, che abbiamo ereditato dalle generazioni passate, che godiamo nelle sue bellezze e che sarebbe assolutamente giusto lasciassimo il più possibile integro per le generazioni future.
Perché godere della bellezza non implica distruggerla. Tutto il contrario! Significa proteggerla, custodirla, averne cura con amore.
E le istituzioni, cosa fanno?
Nel silenzio delle istituzioni preposte a salvare questo magnifico patrimonio naturale che è la Sardegna (e l’Italia tutta), ogni anno migliaia e migliaia di turisti si sentono “autorizzati” a saccheggiare (e non è espressione esagerata) ciò che è di tutti noi e a impossessarsene.
Nelle valigie che transitano dall’aeroporto di Elmas i controllori continuano a sequestrare non “qualche sassolino”, ma chili di conchiglie, granelli di quarzo e quant’altro la natura ha impiegato secoli a produrre e che molti sconsiderati impiegano pochi minuti a depredare e distruggere.
Gli agenti di sicurezza dell’aeroporto di Elmas sono bravi, bravissimi, encomiabili. Ma non basta la loro buona volontà!
Per questo hanno lanciato un appello alle autorità regionali affinché venga varata una apposita legge che sanzioni l’asportazione di materiali dalle spiagge dell’isola e per incrementare campagne di sensibilizzazione.
Trovi l’appello su www.change.org (se clicchi sul link vai direttamente alla pagina dell’appello).
Noi Vagabondi in Italia abbiamo già firmato.
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Più saremo e più forte sarà la voce che arriverà agli orecchi “distratti” delle istituzioni.
Il video e tutte le foto di questo post sono della pagina Facebook di Sardegna rubata e depredata, che ringraziamo per l’autorizzazione alla pubblicazione.
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