Il nuovo allestimento di tre sale della Pinacoteca di Brera di Milano e l’idea di sostituire le mostre con “dialoghi” tra capolavori è l’anticipazione di una diversa filosofia gestionale di uno dei più importanti musei italiani, espressione della nuova dirigenza di James Bradburne.
L’impressione è quella di stare assistendo a una primavera dei musei italiani. Certo, la cultura non si limita a musei, pinacoteche e collezioni d’arte, ma sicuramente la loro valorizzazione, i nuovi e spesso bellissimi allestimenti, l’inizio di gestioni decisamente più funzionali non possono che fare molto bene al nostro eccezionale patrimonio artistico, troppo a lungo mortificato.
Uno dei tanti progetti di noi “vagabondiinitalia” è quella di ritornare nei tanti musei (non solo i più noti) sparsi nel nostro paese per verificare i “miracoli” di questa “primavera”.
Abbiamo quindi approfittato di una bella giornata di sole per una passeggiata al quartiere Brera di Milano e siamo andati a vedere il nuovo allestimento di tre sale della Pinacoteca di Brera, a ingresso gratuito per il primo giorno di una eccezionale esposizione: lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, gloria della pinacoteca, “dialoga” con lo Sposalizio della Vergine del Perugino, in prestito temporaneo dal Musée des Beaux-Arts di Caen, in Normandia.
Un capolavoro, quello del Perugino, che ritorna in Italia oltre 200 anni dopo essere stato sottratto da una cappella del Duomo di Perugia e portato in Francia per volere di Napoleone.
Anche il capolavoro di Raffaello fu depredato e tolto dal suo contesto originario, ma invece di finire oltralpe rimase nella famiglia del generale Giuseppe Lechi che era al comando delle truppe napoleoniche che lo asportarono nel 1798 da Città di Castello. Dopo vari passaggi di proprietà la Pinacoteca di Brera se lo aggiudicò nel 1806.
La storia di questi capolavori ha un inizio e uno sviluppo decisamente romanzeschi. Tutto cominciò con il furto del “sacro anello” con il quale, secondo una leggenda, San Giuseppe avrebbe sposato la Vergine Maria davanti al Tempio di Gerusalemme. Una reliquia preziosissima, rubata nel 1473 dalla chiesa di San Francesco di Chiusi e portata a Perugia (sorge il dubbio legittimo che il furto fosse stato effettuato su commissione). A nulla valsero gli sforzi di Chiusi di riavere il “virtuoso e santo anello”. Non servì neppure il pericolo di scatenare una guerra. I perugini, per sancirne il possesso, vollero decorare con una grande pala raffigurante la scena dello Sposalizio della Vergine la cappella della cattedrale destinata ad ospitare la preziosissima reliquia.
Accomunati dalla stessa storia, i due dipinti hanno non solo lo stesso soggetto e lo stesso nome, ma addirittura la stessa impostazione stilistica, lo stesso sfondo, la stessa disposizione dei soggetti raffigurati (Raffaello, non ancora ventenne, dipinse il suo Sposalizio su commissione, espressamente invitato dal committente a seguire il modello del suo maestro). Un’occasione imperdibile: due grandi artisti, il maestro (il Perugino) e l’allievo (Raffaello) a confronto. Visti così ravvicinati, è facile anche per noi che non siamo esperti d’arte, notare le somiglianze e le differenze. E capire cosa caratterizza un capolavoro e l’altro.
A sinistra Raffaello, a destra Perugino.
Colpisce subito il salto qualitativo compiuto d’allievo, che seppure giovanissimo, supera il maestro per la freschezza e la profondità dello spazio della composizione. Seppure molto bello, il lavoro del Perugino, nel “dialogo” con quello raffaellesco appare decisamente statico nelle pose dei personaggi principali, un poco irreali nei costumi volutamente “esotici”. Il tempio sullo sfondo dà più l’idea di una quinta teatrale che di una composizione architettonica, mentre lo spazio risulta appiattito dalla disposizione dei protagonisti su una linea orizzontale. Raffaello vivacizza la scena con pochi ma fondamentali accorgimenti: la disposizione a semicerchio delle figure in primo piano e la profondità prospettica dello sfondo, accentuata dalla sapiente disposizione delle figurine in secondo piano, che guidano lo sguardo dello spettatore verso il punto di fuga grazie anche alla scelta dei colori, che concentrano l’attenzione anziché disperderla.
Ma, non essendo esperti d’arte, ci fermiamo qui, aggiungendo che in mostra vi è un terzo Sposalizio della Vergine, quello del francese Jean-Baptiste Wicar, che lo realizzò nel 1825 per sostituire il dipinto di Perugino.
Img: www.artslife.com
Che dire del nuovo allestimento delle tre sale dedicate alla pittura ferrarese, emiliana e marchigiana, necessariamente attraversate per visitare i capolavori di Perugino e Raffaello? Ridipinte in un magnifico colore carminio che esalta splendidamente gli ori degli sfondi e delle cornici del Gotico e i colori del primo Rinascimento sono una vera gioia estetica che prelude al godimento delle pitture, risistemate in modo da facilitare l’individuazione della loro provenienza geografica e appartenenza alle diverse scuole artistiche.
Affacciandosi su queste sale si ha un colpo d’occhio spettacolare e raffinatissimo.
Una anticipazione del nuovo allestimento di tutti gli spazi espositivi della Pinacoteca, voluto dal nuovo direttore James Bradburne, che comprende ampie didascalie sotto i dipinti, redatte in italiano e in inglese, talune con brevi testi di scrittori.
A nostro giudizio esteticamente un po’ invasive, date le dimensioni, ma soprattutto di difficile lettura del nome dell’opera e dell’artista. Data la loro posizione ed essendo piegate verso il basso proprio nella parte che riporta la titolazione, obbligano ad un esercizio di flessione un po’ irritante e non sempre agevole per tutti. Un piccolo difetto di non difficile soluzione.
Non ci resta che aspettare di godere dei futuri “dialoghi” (già previsti “Intorno a Mantegna” e “Intorno a Caravaggio”) e della sistemazione di altre sale, compresa la ricollocazione dei capolavori di Mantegna e di Bellini, dopo il recente e criticato allestimento che non ha incontrato molto favore.
Per informazioni pratiche per l’accesso alla Pinacoteca di Brera, rimandiamo al nuovo sito, decisamente molto bello e ben fatto, dove trovare anche la descrizione di tutte le attività scientifiche e divulgative della Pinacoteca.
Pinacoteca di Brera
via Brera, 28 – tel. 02 7226 3264
http://pinacotecabrera.org
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