Villa del Balbianello. Un nome che evoca le ville di delizia, affacciate sui panorami bellissimi e struggenti del lago di Como. Un’attrattiva irresistibile per noi Vagabondi per una gita di inizio primavera.
La storia di Villa del Balbianello
Proprio per essere un luogo di delizie Villa del Balbianello fu edificata a fine ‘700 dal cardinale Angelo Maria Durini, inglobando un monastero francescano sulla punta di Lavedo, che abbiamo attraversato con una tranquilla passeggiata nel bosco per raggiungere l’ingresso.
La villa, dalla sagoma inconfondibile vista dal lago, dove si affaccia la piccola chiesa dell’antico convento, quasi abbracciata dai suoi due campanili, passò in eredità a diverse famiglie della nobiltà milanese e conobbe anni felici, quando suoi ospiti erano letterati e intellettuali come Giuseppe Parini, Silvio Pellico, Giovanni Berchet, Giuseppe Giusti e Alessandro Manzoni.
Villa del Balbianello conobbe anche lunghi anni di abbandono e decadenza fino al suo acquisto da parte di un ufficiale statunitense, cui dobbiamo la disposizione attuale del bellissimo giardino degradante verso il porticciolo ricavato tra le rocce, che accoglie gli ospiti con il motto “Fay ce que vouldras” (“Fa’ ciò che vuoi”, una frase del “Gargantua” di Rabelais, che invita a vivere liberi da condizionamenti).
Arrivando dal bosco (in alternativa si può giungere dal lago), siamo entrati nel bel giardino sul lago. La giornata particolarmente limpida accendeva i colori di prati e fiori ancora invernali, dando loro nuova luce e nuova vita.
Su una lieve altura la costruzione che più ci ha affascinato: la loggia settecentesca a tre arcate, impreziosita dagli arabeschi disegnati dalle piante rampicanti.
I due saloni laterali erano adibiti a biblioteca e stanza della musica, quest’ultima utilizzata da Monzino per la sua raccolta di carte geografiche.
Al centro, istoriata nel pavimento, una rosa dei venti. Chissà, forse un auspicio per il padrone di casa, di ritrovare la via del ritorno al suo piccolo ma prezioso paradiso.
La vista che si gode dalla loggia è veramente spettacolare: da un lato l’isola Comacina, dall’altro uno dei tratti più belli del lago di Como.
L’ ultimo mecenate di Villa del Balbianello
L’ultima sistemazione degli interni, così come si può vedere visitando la villa, si deve al suo ultimo proprietario, Guido Monzino, figlio del fondatore della Standa, alpinista e grande esploratore, che volle raccogliere a Villa del Balbianello i cimeli delle sue spedizioni in tutto il mondo.
Un personaggio decisamente affascinante per noi Vagabondi!
Nel corpo centrale della villa sono conservate le collezioni di oggetti e di opere d’arte antica ed etnica raccolte da Monzino durante le sue spedizioni: quasi un viaggio nel tempo attraverso le culture del mondo.
Percorriamo le stanze della vita quotidiana, tra gli arredi che videro il riposo dell’esploratore. Ci attira una serie di decine di coltelli da cucina: ognuno adibito a una (e una sola!) operazione. Mobili e arredi di valore arricchiscono le stanze, ma quella lunga serie di coltelli ci incuriosisce più di altri oggetti.
Il Museo delle Spedizioni di Guido Monzino
Finalmente arriviamo in quello che sicuramente era il luogo più amato da Monzino: il suo personalissimo museo dei ricordi delle sue spedizioni. Ogni oggetto sembra conservare la fatica, la tenacia, la strenue volontà di quest’uomo straordinario, primo italiano a raggiungere la cima dell’Everest nel 1973.
Dall’Himalaya all’Africa, dalla Groenlandia alle Ande, nel corso delle sue 21 spedizioni Monzino ha posto per primo la bandiera italiana sulle cime più alte della Terra.
Sempre accompagnato dal fedele gruppo di guide della Valtournenche, nel 1971 Guido Monzino raggiunge il Polo Nord, andando oltre l’impresa di un altro grande esploratore: Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, che nel 1900 aveva toccato l’86° parallelo.
Quella guidata da Monzino fu la prima (e finora unica) spedizione a raggiungere il 90° parallelo con le slitte guidate dai cani, nella tradizione degli inuit e con il loro equipaggiamento originale: 71 giorni di marcia estenuante sul ghiaccio durante il quale Monzino e le sue guide hanno sopportato difficoltà, fatiche e temperature rigidissime.
Un’impresa che raccontò personalmente a Papa Paolo VI, che lo ricevette in udienza, ricordando che deporre la bandiera italiana “sul vertice del mondo, è la gioia più grande che riscatta ogni sofferenza, ripaga ogni rischio”.
Al centro della stanza che ospita il suo emozionante museo, una delle slitte che raggiunsero il Polo Nord.
Prima di ripercorrere la strada nel bosco che ci porterà a Lenno, diamo un’ultima occhiata al giardino e alla terrazza sul lago dove si allungano le prime ombre del pomeriggio e dedichiamo un ultimo pensiero riconoscente a Guido Monzino, uno dei più grandi esploratori italiani, tenace e amante del bello.
Lasciando la sua amata villa al FAI, ci ha permesso di goderne la bellezza.
Una curiosità
Un gigantesco leccio impreziosisce il piccolo giardino che si affaccia sul lato opposto del porticciolo. Per mantenerne la forma a ombrello sono necessari giardinieri-alpinisti!
E’ infatti necessario “arrampicarsi” sulla sua cima con funi e imbragature da alpinismo.
Villa del Balbianello: una diva del cinema
Per la sua bellezza scenografica, la Villa del Balbianello ha ospitato diversi set cinematografici, tra cui
Un mese al lago di John Irvin (1995), Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni di George Lucas (2002) e Casino Royale di Martin Campbell (2006).
Come arrivare a Villa del Balbianello
Dalla stazione ferroviaria di Como San Giovanni www.trenitalia.it si può arrivare a Lenno Centro con autobus ASF Autolinee linea C10 tratta Como-Colico o dall’imbarcadero di Como con il battello della NavigazioneLaghi
Dalla Piazza della Chiesa di Lenno si sale al Dosso di Lavedo per poi arrivare a Villa del Balbianello attraverso il bosco, seguendo le indicazioni.
Villa del Balbianello
Tel. 0344 56110
Via Guido Monzino, 1
22016 Tremezzo, Lombardia, Italy
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